16/08/07

Che cosa è il Web 2.0?

Sull'argomento sono state scritte molte pagine, ma in questo post voglio fare una piccola sintesi partendo dall'inizio.

Tutto ha origine con un articolo di Tim O'Reilly del 2005: What is web 2.0? (tradotto in italiano dall'originale in lingua inglese).

Ottimo punto di partenza è, come al solito, Wikipedia al lemma web 2.0. Pe r l'esattezza, l'espressione web 2.0 è stata coniata mediante O'Reilly Media nel 2003.
Secondo O'Reilly( foto sotto), il Web è cambiato progressivamente e magari non ce ne siamo accorti, perchè nel frattempo siamo cambiati noi come fruitori della Rete.

Si tratta, in sintesi, di un vero upgrade, come per le nuove release dei software: dalla prima alla seconda versione, migliorata e aggiornata.

Ciò vuol dire che non si tratta di una rivoluzione, ma piuttosto di una naturale evoluzione. Nella seguente tabella, Tim O'Reilly indica alcuni upgrade concettuali che caratterizzano il passaggio dal Web 1.0 al Web 2.0.


Robin Good scrive in questo post:
"Web 2.0 si riferisce alle tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti dalla persona che li produce o dal sito in cui vengono creati. L'informazione può essere suddivisa in unità che viaggiano liberamente da un sito all'altro, spesso in modi che il produttore non aveva previsto o inteso. Questo paradigma del Web 2.0 permette agli utenti di prendere informazioni da diversi siti simultaneamente e di distribuirle sui propri siti per nuovi scopi...."
Scrive Antonio sofi:

Il Web 2.0 è un web remixabile, in cui il valore aggiunto è dato dalla possibilità di aggiungere/trasferire/modificare dati e informazioni. Wikipedia è un esempio fatto di parole (ma non solo). Un altro esempio, senza entrare troppo nel tecnico? Le celeberrime Google Maps, le mappe satellitari di Google.
- Un loro uso 1.0 è per trovare la strada quando dobbiamo andare da qualche parte. Funzionano benissimo, ma non sono altro che il repurposing di una logica analogica ad un oggetto digitale. Lo usiamo come una mappa cartacea intelligente. Comunque un bel risparmio di tempo e una garanzia di precisione.
- Un loro uso 2.0, senza usare troppe parole, è quando si possono usare i dati di quelle mappe per creare qualcos'altro.

- Ancora un altro esempio: le mappe comunitarie di Frappr."

Scrive sempre Antonio Sofi: ...un' altra delle caratteristiche del Web 2.0, dell'Internet evoluto che ci troviamo davanti, e che emerge quasi spontaneamente quando i singoli nodi della rete hanno la possibilità di mettersi in contatto.
Ci stiamo riferendo ai blog, network di persone su cui si appoggia il web 2.0, per arrivare ad alcune forme di microblogging crossmediale (vedi Tumblr).
In definitiva, Il Web 2.0 è nato nel momento in cui c'è stata la possibilità da parte delle singole persone di pubblicare facilmente su Internet, senza possedere particolari competenze tecnologiche, senza mediazioni di sorta: è il fenomeno, tutt'oggi in ascesa, dei Weblog personali
I blog utilizzano CMS (Content Management System) semplificati, che consentono con un semplice clic di pubblicare online il contenuto. Tale opportunità ha fornito una "base" attiva di persone che pubblicano sul web, dando origine ad una vera e propria ragnatela; un network i cui i nodi sono singole persone. All'interno di questo network-ragnatela, i servizi di Web 2.0 possono proliferare e muoversi come "ragni" veloci alla ricerca di una utilità emergente, che si manifesta allorquando tutti i nodi della Rete cooperano in una qualche maniera(vedere gli esperimenti di geolocalizzazione).
Ecco due link per esplorare la blogosfera italiana:
- Blogbabel (progetto di classifica dei blog italiani, che sta evolvendo in uno strumento per "tracciare" le discussioni più attive in corso);
- BlogItalia (directory geolocalizzata dei blog italiani).
Vale la pena di ricordare i Blogdidattici, un network che sta provando a tener traccia di tutti gli esperimenti di blog didattici diffusi per l'Italia: un'affascinante risorsa per esplorare cosa si fa nelle scuole e come il blog sia uno strumento così duttile e flessibile da prestarsi a mille usi diversi.
In questo network sono inclusi anche i miei due blog didattici:
Non dimentichiamo il re dei fotoblog e della folksonomia: Flickr.
Concludiamo il post con il famosissimo video di Michael Wesch, assistente di antropologia culturale all'università del Kansas, pubblicato su YouTube il 31 gennaio 2007 e visto da più di 2.300.000 persone. Il video spiega efficacemente in pochi minuti che cos'è il web 2.0.



Questo video è anche la dimostrazione della velocità e della diffusività virale di un buon contenuto sul web.

Buona lettura e buona visione. Concludo qui senza pretendere di essere stata esaustiva. Potete contribuire, se volete, ad implementare l'argomento.

5 commenti:

  1. Hai ragione: molte pagine sono state scritte sull'argomento. Ma tu hai realizzato una bela sintesi. Complimenti!

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  2. Mamma mia quanto scrivi, e come scrivi bene soprattutto! :D
    Non ho letto fino alla fine l'articolo ma più di metà perchè mi trovo semplicemente d'accordo soprattutto sulla parte dove spiega che il 2.0 è la naturale evoluzione delle cose.
    Però secondo me il 2.0 non soltanto da interpretare in chiave tecnica, molti siti sfruttano il fattore 2.0 anche se non lo sono solamente per fare una strategia aggressiva di marketing e non tutti sono in grado di capire quando un sito è 2.0 o meno.
    2.0 potrebbe dire anche spazio alle relazioni, ai commenti aperti (molte testate online stanno aprendo i commenti ai loro articoli) e tutto ciò che trasforma una pagina web finita in qualcosa di dinamico e interattivo con l'utente finale e prima di tutto, ripeto, secondo me la capacità di feedback è importantissima.

    PS: vado fuori tema, ma il sano portatore di vita contaminato solo dalla radiazioni della centrale nucleare di Springfield mi fa sbellicare dalle risate :D eheheh

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  3. Grazie dei complimenti! Fa piacere sapere che c'è qualcuno che apprezza:-).

    D'accordo con le tue riflessioni. In effetti, nella seconda parte dell'articolo, che non hai letto, parlo proprio degli strumenti web 2.0 di cooperazione e interazione:).
    A presto

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  4. we non l'ho voluto dire prima ma sono riscascato nello stesso errore O'Reilly l'ho scambiato per Pappalardo hihihihiihh che figuraccia :P

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  5. Non c'è che dire, Traffyk! La fantasia non ti manca, davvero;-)

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