06/09/07

L'intelligenza emotiva e le strutture limbiche

Affronto, in questo post, uno dei temi “something else” del blog, ovvero uno dei miei diversi interessi oltre il web 2.0.
Allora, “Che cos’è l’intelligenza emotiva?”, “Che cosa sono le strutture limbiche”, “Esse sono in relazione tra loro?”.

Tre quesiti non semplici a cui tenterò di fornire delle risposte anche se necessariamente non esaustive!
Per comprendere in cosa consiste l’intelligenza emotiva, più precisamente l’ emotional intelligence, occorre, forse, soffermarsi a riflettere attentamente su cosa sono veramente le emozioni e sul loro legame con altri aspetti importantissimi ai fini dell’apprendimento quali, ad esempio, la motivazione.

Secondo AristoteleLe emozioni hanno relazioni con l’apparato cognitivo perché si lasciano modificare dalla persuasione”.

Potremmo dire, per esemplificare, che le emozioni mettono in luce come si reagisce ad uno stimolo, sia a livello psicologico che fisico, mentre la motivazione ci dà informazioni sul perché la persona sia spinta ad agire in un determinato modo.

Ad esempio, uno studente dedica il fine settimana allo studio rinunciando ad andare in discoteca perché vuole prendere un bel voto nell’interrogazione programmata per lunedì mattina (motivazione), ma al momento di affrontare l’interrogazione, come starà? Potrebbe essere agitato e sentire il cuore battere più forte, impallidire quando il professore lo chiama, sentire i muscoli tesi (emozione). È importante sottolineare che non tutti sentiamo gli stessi bisogni, ma essi sono legati alla nostra individualità, all’appartenenza ad un gruppo, alla cultura di provenienza.
Ad esempio, la psicologia dei consumi presta grande attenzione allo studio di questi fattori per comprendere quali sono le motivazioni inconsce del consumatore. Questa branca della psicologia ha contribuito a mettere in luce l’importanza delle emozioni nella motivazione, contraddicendo la credenza secondo cui le persone motivate agiscono secondo i criteri della razionalità. Si è visto che le scelte del consumatore sono spesso dettate dai bisogni di prestigio, di conformarsi ad un gruppo per sentirsi parte di esso, di dipendenza, di identificarsi con il leader, oppure dalla necessità di differenziarsi, di resistere alle pressioni sociali. Per soddisfare queste esigenze le persone si comportano secondo modalità difficilmente spiegabili con la logica.

Studi sempre più numerosi evidenziano, inoltre, l’importanza di riuscire a comunicare le proprie emozioni, sia verbalmente che attraverso la gestualità del corpo. L’incapacità nel farlo costituisce un vero e proprio disturbo, l’alessitimia, responsabile dell’origine di patologie psicosomatiche, tra i quali l’ansia, le malattie della pelle, alcuni disturbi gastrointestinali, alcune forme di diabete, di asma, i disturbi alimentari……

Ci possono esseredi aiuto nella nostra ricerca anche i risultati ottenuti dagli studi di questi ultimi anni che hanno condotto alla realizzazione di un sofisticato sistema di valutazione delle espressioni facciali collegate alle emozioni.

Due sono i sistemi maggiormente in uso per detta valutazione: uno è quello proposto da Izard e chiamato MAX (Maximally Discriminative Facial Movement), l’altro proposto da Ekman e Friesen (1978) denominato FACS.
Entrambi forniscono dei criteri codificati di valutazione delle espressioni facciali attraverso i quali gli osservatori riconoscono in una serie codificata di espressioni facciali quelle osservate.


Sicuramente il carattere innato o, di contro, appreso delle emozioni è un’altra delle questioni che ha rivestito negli ultimi anni grande interesse negli studiosi.
Il primo ad interessarsi a tale problema fu Darwin (1872 ) il quale, attraverso una corrispondenza con diversi studiosi nel mondo, chiedeva loro di descrivere in maniera dettagliata come gli indigeni esprimessero le loro emozioni. Ne venne fuori un quadro interessante che rivelava come alcune emozioni avessero ed abbiano caratteristiche comuni.

Secondo Daniel Goleman, autore del best seller “Intelligenza emotiva”, questa ha consentito ai nostri lontani progenitori di sopravvivere in un ambiente ostile e di elaborare le strategie che sono alla base dell’evoluzione umana. L’intelligenza emotiva consente di governare le emozioni, di guidarle nelle direzioni più vantaggiose; spinge alla ricerca di benefici duraturi piuttosto che al soddisfacimento degli appetiti più immediati...

Nel prossimo post analizzeremo le aree del cervello emozionale e il centro che controlla le emozioni.

“ Colui che si adira per ciò che deve e con chi deve, e inoltre come, quando e per quanto si deve, può essere lodato!” (Aristotele, Etica nicomachea)

10 commenti:

  1. Non c'era nemmeno il bisogno di dirlo che il post mi interessa parecchio! ^_^
    Giusto ieri sera discutevo in chat con un mio amico e collega di università su temi riguardanti l'intelligenza, la razionalità e la percezione.
    Escono sempre delle discussioni interessanti a riguardo!
    Attendo il prossimo post :-)

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  2. Ok, Antonio! Al prossimo post, allora:)

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  3. mica facile, l'argomento è senz'altro interessante ma per comprendere questi concetti ho bisogno di "masticarli" un pò, nel frattempo mi adiro.
    ...eppure mi credevo intelligente. Attendo ansioso il prossimo post ;-)

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  4. Bè, Paolo, soltanto le persone intelligenti sanno distinguere un argomento facile da uno che non lo è;-)

    Bacioni!

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  5. Ciao Annarita, sapevo anche di questo tuo blog. Grazie per il link ma mi chiedo come fai a stare dietro a tutto. Per me già un blog è un lusso a volte eccessivo. Tanto più ora che iniziano i corsi e si accavallano gli impegni. Grazie sempre per i commenti ai miei post. Io faccio fatica a contraccambiare perché il tempo è veramente risicato. Un abbraccio e buon inizio anche a te per l'insegnamento

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  6. Ciao Annarita!complimenti per l'articolo,davvero molto interessante!;)
    credo che nella maggiorparte dei casi sia difficile scindere la sfera emotiva da quella razionale.E' il connubio tra ragione ed emozioni a determinare, a mio parere, il grado di successo o insuccesso dell'uomo.La motivazione nasce sicuramente a livello inconscio ed è fondamentale per spingere l'uomo verso il successo ma è pur vero che da sola non è sufficiente.E' necessario riuscire a dominare nelle situazioni più critiche le proprie emozioni e in tal senso la razionalità assume un ruolo determinante. L'intelligenza emotiva secondo me consiste proprio nel trovare dentro di noi un equilibrio tra emozioni e razionalità,perchè come diceva bene Aristotele nell'etica nicomachea "la virtù sta nel mezzo".

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  7. Silvietta! Che piacere sentirti:). Le tue considerazioni sono molto pertinenti e azzeccate. Eh, ci ho visto giusto, mia cara!

    Nei prossimi post, affronterò proprio la delicata relazione tra cervello emotivo e cervello razionale! Seguimi, quindi,se puoi, perchè mi fa piacere confrontarmi con lettori attenti e intelligenti come te.
    Ho dato un'occhiata veloce al tuo blog, ma conto di ritornarci appena mi libero di alcuni articoli massacranti che sto scrivendo per la rivista.
    kisses e smiles per la mia giovane amica:))

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  8. Certo che ti seguirò!;) il tuo blog mi piace molto e gli articoli sono davvero interessanti!
    per quanto riguarda il mio blog, ti ringrazio per averlo visitato anche se per il momento,per mancanza di tempo,mi dedicherò di più a scrivere sul Blog Informatico.

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  9. Per Piero: mi chiamano flash! No scherzo....
    Diciamo che ho la fortuna di riuscire a stare "in piedi" con 4 o 5 ore di sonno così ho circa 20 ore al giorno da utilizzare;)! Metti pure che non mi piace dormire! Mi sembra di sprecare il tempo.
    Pe i commenti non ti preoccupare, capisco! Mi fai piacere, però se ogni tanto passi dai miei blog.
    Ricambio l'augurio di un buon inizio, insieme all'abbraccio.
    A presto:))

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  10. Molto interessante questo post!
    Anch'io come te sono affascinata dal discorso sull'Intelligenza Emotiva, ho tentato di parlarne nel mio blog ma il discorso è immenso ed è difficile "chiuderlo" dentro un post!
    Ciao!

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