01/03/09

Sentieri Del Cinema.it: Katyn

Cari lettori, vi presento un film ispirato a "Katyn", il luogo della foresta bielorussa nel quale, durante la primavera del 1940, circa 22.000 cittadini polacchi, tra ufficiali, soldati e gente comune, tutti prigionieri dei sovietici, furono uccisi con un colpo alla nuca dalla Nkvd (polizia politica di Stalin).

L’Armata Rossa era penetrata in Polonia in ottemperanza alle clausole segrete del patto Molotov-Ribbentrop che prevedeva la spartizione del Paese tra comunisti e nazisti. "Katyn", un film omonimo, del regista polacco 83enne Andrzej Wajda, maestro della cinematografia mondiale, riporta alla luce la storia, seguendo la vicenda di alcuni di questi ufficiali (tra cui il padre del regista) e delle loro famiglie che, inconsapevoli di quanto accaduto, aspettano invano il ritorno dei propri mariti, padri, figli, fratelli.

“Katyn” intreccia memoria privata e memoria collettiva. "Katyn" è un simbolo delle tragedie che hanno colpito il Novecento e, attraverso il sacrificio della Polonia, anche l’emblema di una possibilità di riscatto dalla violenza attraverso, appunto, il dono di sé, l’offerta della vita per un bene presente che qualcuno vuole sottrarre all’uomo, ma che qualcun altro afferma come scopo dell’esistenza.
Il film risalente al 2007, fu nominato all'Oscar per il miglior film straniero.

Vi invito a pubblicizzare "Katyn", attualmente in visione in 5/6 sale cinematografiche italiane, appellandomi soprattutto agli insegnanti affinchè lo diffondano presso le loro scuole per farlo vedere ai ragazzi della secondaria come lezione di storia e di vita.

Di seguito una recensione del film da Sentieri del Cinema.

Settembre 1939: la Polonia subisce una doppia invasione (dai nazisti a ovest, dai sovietici ad est) e lo sterminio della sua classe dirigente. Se i nazisti deportano nei campi di concentramento i professori universitari, Stalin e i suoi prima affidano all’Armata Rossa il compito di sterminare militari e poliziotti (quasi tutti gli ufficiali dell’esercito, provenienti dalla società civile, ma anche oltre 200.000 soldati di leva), in modo da poter controllare il Paese in futuro con facilità. Oltre 15.000 ufficiali, più qualche migliaio di soldati semplici, furono deportati e uccisi uno ad uno con un colpo alla nuca nel marzo 1941, attorno alla foresta di Katyn (nell’attuale Bielorussia). Un massacro realizzato freddamente che fu, per decenni, “scaricato” sull’altrettanto sanguinario esercito del Terzo Reich. La verità si scoprì solo nel 1989, dopo la caduta dell’Urss e l’apertura degli archivi segreti voluta dal presidente Eltsin.Con Katyn il grande regista polacco Andrzej Wajda (autore di L’uomo di marmo, L’uomo di ferro, Danton), ha rinnovato in patria il dolore di un intero popolo narrando con stile secco e incalzante – e inserendo anche immagini di documenti d’epoca – una tragedia storica che ha segnato il suo Paese per decenni. Wajda, che nella strage perse il padre ufficiale, rievoca non solo la dignità e il coraggio delle vittime, ma anche la tenacia nel cercare la verità e la speranza incrollabile delle donne che li aspettano a casa. Così vediamo madri, mogli, figlie attendere, invano, il ritorno degli amati; come Anna, moglie di Andrzej, capitano dell’8° reggimento dell’esercito, che con la figlia Nika aspetta con sempre minor speranza di rivederlo. Dopo la fine della guerra, quando la verità inizia ad emergere – e la tesi della strage nazista si dimostra falsa – superstiti e parenti devono decidere se proclamare la verità, pagando con la vita, o preferire il doloroso silenzio, per cercare di ricostruire dalle macerie un popolo. Ma Katyn, un film bellissimo (un anno fa candidato all’Oscar per il miglior film straniero) e da non perdere, è anche la testimonianza di un popolo orgoglioso delle proprie radici e saldo nella propria fede, con i militari polacchi che vanno incontro alla morte a testa alta e recitando il Padre Nostro mentre uomini stravolti da odio e ideologia li ammazzano come bestie. Antonio Autieri

A questo indirizzo, potete trovare l'elenco delle sale cinematografiche in cui a partire dal 13 febbraio il film è già in programmazione.

19 commenti:

  1. Una storia triste...hai fatto bene a pubblicare questo post per divulgare la storia affinché non accade più...

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  2. Mi sembra necessario fornire una coscienza storica non solo agli adulti, ma anche ai ragazzi che si affacciano alla vita. Senza memoria storica non può esserci un buon futuro, perché, come diceva il Santayana, Coloro che non ricordano il passato saranno condannati a viverlo di nuovo.
    Rino, augurando felice serata.

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  3. Grazie della segnalazione. Ho ripreso e pubblicato nei miei blog, compreso
    http://myspace.com/pierluigizanata
    Vale

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  4. Brava Annarita ,bisogna conoscere la storia , per non ripetere più gli errori del passato e per capire meglio il presente .Vedere un film così interessante , è quindi molto istruttivo , anche più di una lezione in classe , o almeno la completa .
    Un carissimo saluto
    Paola

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  5. Si Annarita, spero che i tuoi colleghi ti ascoltino, la visione di questo tipo di film aiuta a far capire la storia per evitare che queste atrocità si possano ripetere, e come dice giustamente Rino "Senza memoria storica non può esserci un buon futuro".
    Buona serata, Annarita, Roberta.

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  6. La storia dei libri e' purtroppo imbalsamata. Film come questi aiutano molto di piu' alla comprensione del nostro percorso
    Ciao Annarita
    Un abbraccio
    Saba

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  7. Cara Annarita, un popolo che dimentica il passato non ha futuro.

    Giusto che i ragazzi vedono quello che da grande si può diventare...

    Ho visto il filmato, anche se non è in'italiano, si capisce bene...
    Il dolore non ha bisogno di parole.

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  8. Ciao Annarita
    Si credo che i film riescono a entrare meglio nelle menti soprattutto per non dimenticare.
    Un saluto dal Salento

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  9. Cari amici, ringrazio tutti per i vostri contributi.

    @Pier Luigi: grazie di aver pubblicizzato il film sui tuoi blog.

    @Luciano:benvenuto su questo blog. Grazie per il gradito saluto dal Salento, terra stupenda da cui traggo le mie origini.

    Un abbraccio cumulativo.
    annarita:)

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  10. Grazie per il suggerimento Annarita. Ieri ho visitato i siti che proponevi l'altro giorno e ho provato ad utilizzare alcuni suggerimenti: Piccole cose, ma sono ancora molto imbranata e tanto ho da imparare.Stasera ho scoperto che hai origini salentine. E dovevo capirlo perchè ti sento così vicina. Ne amo il mare, le spiagge, il sole.Ho trascorso 12 estati a Santa Maria di leuca.
    Ti abbraccio.

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  11. Grazie Annarita per aver segnalato questo film, è giusto conoscere la storia, o meglio, le atrocità commesse dalle convinzioni malate di alcuni uomini sperando che le generazioni future non commettano più simili ingiustizie.
    Un abbraccio

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  12. Cara Serenella, le nostre origini sono fondamentali. Recano con sé il nostro passato e la nostra cultura, stampati nei nostri cromosomi.

    Un abbraccio
    annarita

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  13. Albachiara, concordo in toto con le tue considerazioni.

    Un abbraccio

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  14. La prima edizione me la sono persa. Mi procurerò il libro visto che ne parlate così bene.

    OT
    Splinder è sempre in manutenzione? Volevo dire qualcosa sulle radici che m'era venuta prima di cena.

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  15. Alberto, credo che tu abbia sbagliato post per commentare.
    Splinder sta andando a singhiozzi in questi ultimi giorni. Una manutenzioe senza fine...

    Prova! a volte va altre no.

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  16. Ciao Annarita! Grazie per aver promosso questo bellissimo film , stranamente "censurato" in alcuni ambienti. Linko al tuo post un riferimento al film che faccio dalle mie parti, sollecitata da una foto ANSA di oggi. Un bacio.

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  17. Pokankuni, mi è sembrato doveroso per la sua valenza artistica ed educativa:)

    Sullo "stranamente censurato", una ideuzza ce l'avrei!;)

    Grazie del link:)

    Ricambio il bacio, carissima:)

    A presto!

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  18. Ho visto il film qualche giorno fa ed è stata l'occasione per tante riflessioni ed una sola amara conclusione sulla follia di ogni guerra.
    Molto interessante l'accentuazione sulla manipolazione della realtà operata a turno da vincitori e vinti, sulle similitudini dell'orrore (penso alle modalità dell'esecuzione di Katyn e quella delle Fosse Ardeatine), sulle diverse pianifcazioni del futuro dominio (da una parte il pericolo è rappresentato dala cultura, dall'altra invece dalle divise). La cosa più struggente è il "buco" di qualche minuto voluto dal regista prima dei titoli di coda... un vuoto a disposizone delle emozioni provate da ogni spettatore...

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  19. Caro Roberto, non ho ancora avuto l'occasione di vedere il film, ma lo farò non appena sarà disponibile nella mia zona.

    Ti ringrazio della tua testimonianza.

    Un salutone e a presto!

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