La vera sfida della nostra scuola è la lotta all’ignoranza « Il blog di Eleonora Guglielman via kwout
Del lucido e interessante articolo, riporto di seguito la conclusione, ma dovete leggere la prima parte per cogliere compiutamente il senso dell'argomentazione:
"Il professor Israel è sicuramente un esperto nella sua disciplina, ma forse non sa che negli ultimi 30 anni si sono verificate delle trasformazioni nella società: si parla ormai di società della conoscenza e dell’informazione, di apprendimento lungo l’arco della vita, di formazione centrata sul discente. Chi abbia un pur minima coscienza di queste cose non può non rendersi conto che i saperi sono cambiati, che noi siamo cambiati, e che non si può più concepire una scuola come un luogo in cui si trasmettono fiumi di conoscenze ad allievi passivi, magari attraverso un atto di “creazione spirituale” in cui l’insegnante si fonde con l’allievo.
La vera sfida della scuola, allora, è la lotta contro queste forme di ignoranza e contro chi vorrebbe mistificare le vere cause del degrado della scuola, che non sono certamente da attribuirsi all’esistenza della didattica ma magari andrebbero cercate nella sistematica distruzione operata da certe riforme di centrodestra."
Brava Eleonora! Questo è parlare chiaro.
Testo chiaro e tondo!
RispondiEliminaRino, di poche parole.
Mi sento un pò disarmata nell'affrontare questo commento.
RispondiEliminaSono senz'altro discorde con Israel, sono pure perplessa nel vedere mia figlia in V liceo scient. che non mi pare dimostri più di tanto un interesse per l'apprendimento, della seri "lo faccio perchè devo". E non voglio pensare che sia colpa degli insegnanti, ma mi sembra di capire che ci sono delle ditanze profonde tra dove sono i ragazzi e dov'è la scuola... O forse è semplicemente mia figlia che ha altro per la testa...
Figuriamoci, poi, se dovessimo tornare alle discipline e ai puri nozionismi!
Buona sera Annarita, ho letto tutto il post ma sinceramente non ne ho capito il significato. Io ero uno studente difficile perché non amavo la scuola, ma mi ricordo che avevo un professore che era un vero genio perché sapeva veramente insegnare come dovrebbero fare tutti (a mio giudizio). Non t'imponeva quello che insegnava come facevano quasi tutti i professori della serie che se non capisci quello che dico sono cavoli tuoi, ma lo spiegava in maniera uguale per tutti e se un ragazzo non capiva una cosa, la rispiegava adattandosi a quel ragazzo con parole e modi diversi rispetto al gruppo degli alunni. Nessuno rimaneva indietro e tutti gli alunni di quel professore avevano ottimi voti. Io non amavo la materia ma avevo sempre buoni voti perché chi insegnava, era capace. Altre materie dove avevo meno problemi erano però un fiasco perché i professori insegnavano con i paraocchi. Finita la terza media con un calcio nel sedere, non ho avuto più la possibilità di studiare e ho continuato solo dopo essere andato via di casa.
RispondiEliminaMaurizio
Molto interessante. Ho pubblicato il tuo post in ''...Cosi' e' se mi pare!''.
RispondiEliminaBuona serata
Vale
Annarita, personalmente non ho studiato e non posso parlare per me.
RispondiEliminaUna cosa, voglio dirla...il mio primo figlio al classico fu rimandato a 4 materie...ti parlo di quando c'era ancora il rimando...
italiano, greco, latino e italiano. Personalmente non avevo speranza alcuna in una promozione.
davide non volle andare da nessun professore a prepararsi, tutta l'estate studiò da solo, agli esami venne promosso.
L'anno dopo di nuovo fu rimandato a quattro materie e di nuovo riparò da solo e venne ripromosso.
Alla maturita, ebbe i complimenti dalla commissione. Un professore della commissione gli disse...ci dispiace, sei bravo, ma per il tuo curriculum scolatico siamo costretti a darti non il voto che meriti, prese 44.
la storia di mio figlio fece il giro di Caserta...ancora, mi chiedo, come è possibile riparare 4 materie in due mesi?
Non lo se questa mia testimonianza, c'entra qualcosa con il post da te segnalato e che ho visitato e letto.
Ma da quale pianeta viene questo Israel? Secondo lui chi sa...insegna? ma sarebbe troppo semplice e chiunque potrebbe fare l'insegnante e ripetere a pappagallo quelle 4 nozioni apprese
RispondiEliminaall'università. Ma sappiamo tutti che non è così e le nuove metodologie, fondate sulla creatività ed il gioco, danno migliori risultati. Ricordo la mia esperienza scolastica come una tragedia ed avevo il timore di andare a scuola. Stranamente riuscivo a riparare a settembre facendo il programma di un anno in un paio di mesi con l'ausilio disinteressato di una ragazza delle superiori con migliori risultati, a volte esaltanti per un somaro acclarato come me. Strano vero? Ma com'era poossibile? Semplice, quella ragazza non mi offendeva, mi rispettava e spiegava come una dea ribadendo i concetti in modi diversi e variegati fino a che non si rendeva conto della mia comprensione. Mi auguro sia diventata una vera insegnante, ne aveva tutte le potenzialità.
Al giorno d'oggi, con la società in trasformazione, occorrono invece degli approcci differenti, più creativi e più giocosi proprio per far amare la materia anche allo studente più ostinato. Il trucco è proprio in questo concetto e lo dimostrano i risultati ottenuti e le osservazioni di illustri addetti ai lavori. Certo la scuola ha tanti problemi che rispecchiano quelli della società civile e delle altre amministrazioni pubbliche ma le responsabilità vanno ascritte alle riforme ed agli indirizzi dati per la scuola soprattutto in questi ultimi anni. E se la scuola ancora si regge lo si deve alla abnegazione ed alla voglia d cambiare di tanti emeriti professori che sono aperti alle nuove metodologie proprio come previsto dagli esperti in materia.
Mi viene in mente quel tuo post, cara prof, in cui raccontavi l'esperienza di quel neurologo straniero di cui non ricordo bene il nome, e che la diceva lunga sulla questione dell'insegnamento e dell'apprendimento della matematica. Mi spiace ho perso il primo commento che mi era venuto meglio. Poco male. Buon blogging, cara Annarita.
Enzo, vecchio sessantenne che avrebbe desiderato fare il professore.
Cara Annarita, il punto di vista di Enzo rispecchia anche il mio e forse ne sai qualcosa.Sono sempre più convinta che l'insegnante debba trasformare la scuola in un ambiente favorevole dove ogni bambino, ogni ragazzo si trovi a proprio agio e possa esprimersi al massimo.
RispondiEliminaCertamente dovrebbe essere supportato da chi di dovere...
Se questo non succederà...povera cultura e viva l'ignoranza!
Come insegnante e come studente ho vissuto parecchie riforme. Posso dire con certezza che non sono queste il male della scuola, certo possono contribuirvi (e qui includerei qualsiasi schieramento politico, non è che le riforme di sinistra abbiano dato chissà quale ondata di positività). Il problema è sempre nel rapporto alunno e docente (i bravi insegnanti sono tali chiunque sia al governo) e, solo in secondo luogo, nel rapporto famiglia scuola. Dico in secondo luogo perchè ci sono bravi studenti con famiglie completamente inadeguate. Non credo che la scuola italiana migliorerà rivalutando i contenuti ma spero bene che gli insegnanti ignoranti (e, mi spiace dirlo, ce n'è parecchi)siano in via d'estinzione. Comunque, il dibattito è aperto e mi sembra che già discuterne sia positivo.
RispondiEliminaHo fatto il liceo classico alla fine degli anni '70 con insegnanti vecchio - vecchissimo - stile. Nozionismo tanto e non ho trovano nessun Insegnante (con la maiuscola) da ricordare. Nozioni, nozioni, nozioni, staccate da ogni contesto pratico e dimenticate finita l'interrogazione o l'esame.
RispondiEliminaLe uniche a cui devo qualcosa quanto a vera formazione personale erano quella di ginnastica, che ci coinvolgeva in discussioni di vita, e quella di Arte che insegnava in modo personalissimo, molto moderno e stimolante. Magari non sapevamo date o nozioni spicciole, ma ci ha aperto a "guardare" l'arte, il mondo, e sempre mi ritrovo a pensare a lei davanti a qualche architettura o quadro o altro, al di là del fatto che ci avesse parlato o no di quel singolo oggetto che guardo.
Discorso autoreferente e contorto, ma era solo per dire che non credo la cultura si riduca a ripetizione mera di dati o parole.
Conoscere non significa e non basta saper insegnare.
Ovvio d'altra parte che per insegnare bisogna ANCHE conoscere. IMO
coro pienamente con Eleonora e Con Te, Annarita, tuttavia è una sfida troppo dura!
RispondiEliminaL'ignoranza è la rgina nella nostro Stato! Sarà durà....
però meglio tentare che rinunciare a combattere!
baci
Cara Annarita, ieri ti ho lasciato un commento che non vedo. Forse ho pasticciato e non l'hai trovato. Potresti aver deciso di non pubblicarlo. Fammi sapere. Potrei sempre riscriverlo. Grazie. Ciao
RispondiEliminaGrazie di aver espresso il tuo laconico ed esplicito parere, Rino.
RispondiEliminaPia, il tuo punto di vista è molto prezioso perché hai messo il dito in un punto dolente del sitema scuola: quello di saper motivare i nostri ragazzi, riducendo il gap tra la vita nella scuola e la vita fuori di essa affinché l'atto educativo acquisti significato per loro. Un signifcato che è ben diverso da quello attribuito da noi adulti.
RispondiEliminaCaro Maurizio, grazie di cuore. La tua è una testimonianza dalla parte dello studente. Hai saputo indicare in poche righe quello che dovrebbe essere l'approccio di un docente attento e capace a svolgere il suo delicato e complesso "mestiere": disponibilità a 360°, saper modulare la propria azione didattica alle esigenze degli alunni, comprensione ed empatia.
RispondiEliminaGrazie ancora del tuo apporto:)
Grazie di aver segnalato il post, Pier.
RispondiEliminaCara rosy, eccome se la tua testimonianza c'entra con il post!!!
RispondiEliminaNon avrai studiato seguento l'iter accademico, ma la tua passione per la conoscenza ti ha spinta a costruirti delle solide competenze in diversi ambiti del sapere.Sei soltanto da lodare e da emulare.
Hai, inoltre, messo in luce un aspetto fondamentale dell'apprendimento, con la tua domanda:..."ancora, mi chiedo, come è possibile riparare 4 materie in due mesi?"
Sarò breve. Se riparare in quattro materie richiede soltanto il recupero di nozioni specifiche...evidentemente si può fare. Il tuo ragazzo lo ha dimostrato chiaramente.
Se invece dobbiamo andare più a fondo, considerando la costruzione di vere competenze...allora ho dei forti dubbi in proposito.
Un abbraccio
annarita
Caro Enzo, hai raccontato tanti aspetti realistici e concreti, insiti nel delicato binomio insegnamento-apprendimento. Non lo sapevo che fare l'insegnante fosse un tuo desiderio, adesso per nulla segreto!;)
RispondiEliminaIl neuroscienziato inglese, cui ti riferisci, è Brian Butterwhort. Il link al post è il seguente, per chi volesse approfondire la questione:
http://lanostramatematica.splinder.com/post/15946143#comment
Grazie, Enzo:)
Stella, condivido. Predisporre un setting motivazionale e accogliente per l'alunno è alla base dell'atto educativo. Senza un "clima" del genere non si può instaurare quella delicata e complessa interazione tra docente e discente, che accompagna il percorso apprenditivo del secondo e giustifca l'agire del primo.
RispondiEliminaSperiamo che quanto paventi non debba accadere.
Cara Maria Stella, anch'io ho vissuto riforme sia come studentessa che come docente e mi sono costruito le mie convinzioni.
RispondiEliminaHai perfettamente ragione nell'affermare che il rapporto docente-alunno è quello basilare e che i bravi insegnanti esistono indipendentemente dagli schieramenti politici.
Però oggi il ruolo della famiglia è importante più che mai e spesso può essere fondamentale quanto e se non più del rapporto alunni-docenti rispetto al successo dell'azione didattica.
Ho più di una esperienza documentata in proposito, in cui l'intervento negativo dei genitori ha fatto perdere credibilità con i ragazzi, vanificando gli sforzi di un consiglio di classe che era motivato a dare il max di quello che poteva offrire.
Per quanto riguarda le riforme, credo invece che siano fondamentali e che spesso ingabbino l'agire di molti insegnanti fattivi e volenterosi di sperimentare. Dove il sistema scolastico è un pachiderma che continua a muoversi pesantemente non c'è spazio per il cambiamento.
Parallelamente il cambiamento e l'apertura a riforme "vere" e concrete deve partire dalla testa di chi a diverso titolo si muove nell'universo scuola...e cioè: dai docenti, dalle famiglie e da chi ci amministra. Il tutto in uno sforzo congiunto e sinergico che viaggia in direzione dei nostri ragazzi.
Hai visto mai?
Per concludere: in tutte le categorie c'è chi sa svolgere meglio di altri il proprio mestiere, e in questo la categoria degli insegnanti non fa eccezione.
Però, dalla mia esperienza, non mi sento di affermare che gli "insegnanti ignoranti" siano parecchi. Ne conosco molti di appassionati e capaci.
Auguriamoci, comunque, che il numero dei secondi vada sempre ad aumentare!;)
leo, grazie della tua testimonianza. Hai affermato di non credere che il ritorno al nozionismo rappresenti la salvezza del sistema scolastico.
RispondiEliminaCredo che su questo aspetto siamo, in questo contesto, tutti d'accordo.
Per sapere insegnare ci vuole un mix molto complesso, in cui la conoscenza della disciplina è il punto di partenza senza cui non si costruisce il percorso, ma poi entrano in gioco altri elementi altrettanto indisensabili ai quali si è accennato nei commenti precedenti.
Brava, Raffaellina! La determinazione e la voglia di combattere dei giovani come te è la speranza nel cambiamento:)
RispondiEliminaCara Serenella, qui non è arrivato nessun commento. Non è nel mio agire non pubblicare i commenti, anche se dovessero contenere punti di vista distanti dal mio.
RispondiEliminaNon pubblicherei soltanto qualcosa che dovessi reputare offensivo e irrispettoso dell'altrui dignità.
Ti prego quindi di riscrivere il tuo commento.
Bisogna stare al passo con i tempi, è vero, spronare ed incentivare l'alunno, ma ciò che occorre è passione, sapersi far ascoltare. Gli alunni svogliati e distratti non vengono sufficientemente attratti e reagiscono con l'assenteismo mentale o con insolente comportamento. Qualunque riforma non può inculcare la capacità d'essere insegnante. Interessante post, interessante segnalazione.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Annamaria
Cara Annarita, sono, come te, totalmente d'accordo con Eleonora. Giorgio Israel lo conosco benissimo perché è stato mio insegnante in un paio di corsi a Matematica e la sua posizione, conoscendo le sue idee attuali, non mi stupisce affatto.
RispondiEliminaMauro
Ieri ho affermato che per attuare la "riforma" della scuola e questa meravigliosa trasmissione di contenuti, in cui il discente è passivo nel suo processo di apprendimento, nella csuola primaria hanno reintrodotto il maestro unico, riesumandolo da schemi scolastici obsoleti e cancellando tutte le innovazioni che erano state introdotte non senza fatica nella scuola primaria.Il maestro unico è decisamente adatto al "travaso" di nozioni, poichè unico depositario di verià.
RispondiEliminaAnnarita sono certa di aver combinato qualche pasticcio nel pubblicare il mio commento. E' la terza volta che lo scrivo. Speriamo bene ora.
Ciao , annarita! Il post merita approfondimenti che hai già dato nelle tue chiare risposte. Provo a sintetizzare con la frase "l'apprendere molte cose non insegna l'intelligenza".La scuola non trasmette solo contenuti ma forma e guida in un percorso di crescita globale grazie al quale si spera che i ragazzi acquisiscano anche un’elasticità mentale e la curiosità di conoscere e approfondire. Oggi non basta la didattica tradizionale.
RispondiEliminaLa sfida è riuscire a incanalare l’intelligenza dei ragazzi,a porsi al livello degli studenti mettendosi in gioco (talvolta in discussione), per individuare metodologie efficaci , a volte diversificate e alternative, ma sempre motivanti perchè i ragazzi imparino non solo nozioni ma “imparino ad imparare” poi da soli e a sviluppare capacità critica e autonomia di giudizio. È un processo che dura per tutta la vita e va ben oltre il saper leggere, scrivere e fare di conto, tanto auspicato da qualcuno.
Una segnalazione davvero interessante!
RispondiEliminaUna segnalazione che fa però male...tornare a questi temi: contenuti vs metodo...
una questione davvero inutile e anacronistica, una questione che affronta in modo semplicistico il problema,
una questione che non tiene conto della necessità di affrontare il discorso della complessità del sapere, della trasformazione continua dei contenuti, della necessità di fornire strumenti perchè ognuno possa accedere alla conoscenza lungo l'arco dell'intera vita.
Aggiungo qui, per chi ha la pazienza di ascoltare l'url ad una video su un dibattito tra Israel e Pioveni, in particolare sull'educazione scientifica
http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=ottoemezzo&video=13725
Un salutone
france
Cara Annamaria, concordo sulla passione e tutto il resto. Le riforme indubbiamente non possono insegnare ad insegnare, ma una buona riforma aiuterebbe molto!
RispondiEliminaE per buona riforma intendo quel che ho già espresso in un commento precedente.
baci
Grazie della testimonianza, Mauretto.
RispondiEliminaBacioni
Sere, questa volta il commento è arrivato, finalmente.
RispondiEliminaQuella del maestro unico, purtroppo, è una regressione senza via di scampo.
I bravi colleghi della primaria saranno chiamati ad inventarsi qualcosa, ma non saprei cosa...
Hai centrato in pieno cara skip. Concordo totalmente.
RispondiEliminaDici bene "l'imparare ad imparare" da parte dei nostri ragazzi è l'obiettivo prioritario da raggiungere.
Se saremo in grado di promuovere ciò, potranno andare nel mondo con le loro gambe perfettamente autonomi e la scuola avrà svolto la sua mission.
La scuola caldeggiata da Israel e dintorni è anacronistica e fuori dalla realtà.
La scuola non deve coprire con montagne di informazioni,...ma al contrario scoprire e far emergere le potenzialità dei ragazzi.
Per ottenere questo risultato, ci vuole ben altro.
baci
Hai ragione, France. Una questione anacronistica, ma questo sta succedendo,purtroppo!
RispondiEliminaFalla capire la complessità del sapere a questi signori che amministrano il potere...
E allora ben vengano le voci come quella di Eleonora Guglielman, che sanno parlare chiaro e forte.
Grazie a tutti dei commenti al post, e grazie in particolare ad Annarita che lo ha diffuso e amplificato.
RispondiEliminaAlcune doverose aggiunte: il signor Israel, purtroppo, non si limita a straparlare; se così fosse, sarebbe potenzialmente innocuo. Il suo ruolo, nell'attuale governo, è quello di consulente del ministro Gelmini e responsabile della commissione che sta stilando la nuova riforma universitaria.
Tale riforma, di cui trovate i documenti all'indirizzo http://www.miur.it/DefaultDesktop.aspx
si basa sulle sue idee e in pratica provocherà il totale annientamento della didattica e della pedagogia.
Vi linko l'intervento di Fabio Bocci, professore di pedagogia all'Università di Roma Tre, che ne fa una sintesi lucidissima ed efficace.
http://www.youtube.com/watch?v=K65hnW-ACxs
A voi i commenti...
Ciao a tutti
Eleonora
Si si, mi sarebbe piaciuto tanto e lo considero un lavoro duro ma esaltante se fatto con amore.
RispondiEliminaStrano vero? Un ciuccio come me a cui sarebbe piaciuto fare l'insegnante. L'ho scoperto quando spiegavo a qualche giovane collega le procedure di lavoro sia per la contabilità e sia per l'informatica. Sentirmi dire che avevano capito bene mi riempiva di orgoglio e di soddisfazione perchè ce la mettevo tutta. Suppongo che poter fare qualcosa del genere con i ragazzi sia ancora più bello e divertente. E poi, che diamine, per lasciare un lavoro noioso e ripetitivo sarei stato disposto a fare perfino lo spazzacamino, con tutto il rispetto per chi svolge questa professione. Ciao,abbraccone.
Enzo
Grazie, Eleonora, delle precisazioni circa il ruolo di Israel, fondamentali per i non addetti ai lavori, che in tal modo possono farsi un'idea più precisa circa la pericolosa ricaduta delle sue idee sulla scuola e la sua sopravvivenza come agenzia educativa al servizio dei nostri ragazzi.
RispondiEliminaVado a guardare il video che hai segnalato. Cari amici, vi invito a guardarlo per poi scambiarci le nostre impressioni.
Enzo, l'insegnamento, se fatto con passione, è il lavoro più bello del mondo. Non posso che darti ragione.
RispondiEliminaUn abbraccio.
annarita
Quoto in pieno e mi unisco al Brava Eleonora! ... ci vuole coraggio per affermare certe verità, complimenti!...
RispondiEliminaBuonanotte Annarita.
RispondiEliminaCiao Annarita , è inutile dire che condivido pienamente quanto espresso dal professore , e mi sembra di averlo giaà manifestato in altre occasioni .
RispondiEliminaArrivo in ritardo perchè mia figlia si sposa il 23 e sono molto indaffarata , ma mi piace venire a trovarti e leggere tutte le cose interessanti che ci proponi .
Buon fine settimana
Paola
Ciao, Paola. Intanto, auguri vivissimi per tua figlia. Sono appuntamenti della vita fondamentali e cruciali.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il tuo punto di vista, non lo condivido perché la penso agli antipodi del modo di pensare di Israel, ma lo rispetto come rispetto qualunque parere diverso dal mio.
Buon week end.
annarita
Già... Interessante, ne ho parlato anche col mio cane, Delano. Lui sostiene che in fondo non tutti i mali vengono per nuocere. Però lui è un tipo che si arrangia.
RispondiElimina@Paul gatti: benvenuto!
RispondiEliminaIl tuo cane Delano è un ottimista. Non si arrangia solo lui...in questo paese ci arrangiamo un po' tutti!
In bocca al lupo per il 26 maggio...e su con la vita!
Suscitare l'interesse, far capire l'importanza della cultura in funzione della crescita: questa è il grande impegno al quale son chiamati gli insegnanti. In bocca al lupo a te Annarita e a tutti voi che svolgete questa bellissima ma non sempre grata professione. Un caro saluto, Fabio
RispondiEliminaAnnarita, Delano ringrazia sentitamente. Rettifico: il 16 di maggio.
RispondiEliminaCiao Annarita, io non posso dire nulla della scuola, e un ricordo svanito in un bicchiere di alcol bevuto di troppo. Dopo la scuola dell'obbligo ho avuto un super professore che mi ha insegnato nuovamente tutto quello che avevo perduto; non ti dico chi era il professore ma penso tu abbia capito chi sia. Sono tornata a casa oggi pomeriggio ma purtroppo i medici non ci hanno capito un emerito cavolo. Grazie per il tuo sostegno. Buona vita, Viviana.
RispondiEliminakiss
Sì, Viv! Ho capito che è stato il tuo grande maestro:)
RispondiEliminaMi dispiace apprendere che in ospedale non sei venuta a capo della situazione:(.
Avrai sempre il mio supporto perché lo meriti, mia cara.
Un abbraccio grande
annarita
Buona festa della mamma, Annarita.
RispondiEliminaDico la mia cara Annarita.
RispondiEliminaCredo che la scuola sia solo un mezzo, un tramite, messo a disposizione di tutti per combattere l'ignoranza..ad armi pari.
Non è una gara, è un apprendere giornaliero da parte di tutti, docenti ed alunni..è che a volte manca, da parte ora dell'uno ora dell'altro, quella voglia di insegnare ed apprendere visto come accrescimento e non come dovere.
Gli stimoli per migliorare la scuola devono nascere da chi la compone..docenti ed alunni e vederla come una missione di arricchimento.
non sto parlando di politici cara Annarita perchè in primis dovrebbe venir fuori un'onda omogenea e compatta tra docenti e studenti per far capire come vogliono la scuola..
scusami forse sbaglio, ma la scuola è per me importante..la si sottovaluta per ciò che potrebbe formare in futuro..futuri cittadini completi.
Ciao cara mamma di tanti bambini ^_^ auguri
Cara Annarita, prima che arrivano i bambini, passo per lasciare i miei auguri alla mamma.
RispondiEliminaAggiungo, che la scuola, per me è sempre stata importante, ho sempre amato la cultura. E' vero che mi sono formata da sola, ma il lavoro e stato doppio, triplo,insomma, una guerra personale:))
La scuola, ha il grande compito di insegnare, ma anche di formare le anime. Le nozioni scolastiche col tempo si possono affievolire, ma l'animo una volta formato difficilmente si deforma, e qui che molte volte tutto si argina.
Ti abbraccio e serena giornata con i tuoi figli.
buona domenica
RispondiEliminaStella, ricambio con un giorno di ritardo. Buona festa della mamma tutto l'anno:)
RispondiEliminaCaro Fabio, scusa il ritardo, ma in tutti questi commenti mi sono persa un po'!
RispondiEliminaParole sacrosante le tue. Mi auguro che noi insegnantio possiamo riuscire nella nostra mission.
Un abbraccio.
annarita