07/06/10

Lo Scempio Della Scuola Pubblica Sotto La Scure Di Tremonti

Cari lettori,

questa volta non si tratta della segnalazione di un tool o di un sito, ma di qualcosa ben più importante: è un grido di dolore che percorre l'Italia dal Nord al Sud, ne sono sicura perché gli insegnanti italiani non possono non condividere il contenuto della lettera che Mila Spicola, un'insegnante palermitana ha indirizzato al ministro Tremonti. MicroMega l'ha pubblicata, ed io la riporto integralmente perchè mi appartiene totalmente.


**********


di Mila Spicola

Ministro Tremonti,

dirà lei: non ne posso più di sentirvi, voi insegnanti. Molti lo stanno già dicendo insieme a lei. Eppure, non demordo. Ci sono due tipi di alunni svogliati: quelli che a furia di rimproveri continuano imperterriti a rifiutare qualunque invito alla responsabilità e quelli invece che, sentendosi ripetere sempre la stessa cosa, alla fine rinsaviscono per sfinimento. Voglio essere ottimista, annoverare lei tra i secondi e prenderla per sfinimento. Fosse anche una minima parte dello sfinimento che ho io, alla fine di quest’annus terribilis per la scuola italiana. Stanca, amareggiata, sconsolata, eppure lei non ci riesce a prendermi per sfinimento, continuo a protestare, come i soldati alle Termopili. Magari lei non ascolterà, ma qualche italiano di “buona volontà” , come si diceva una volta, sì.

Lei mi obbliga a violare la legge. Mi piacerebbe incontrarla per dirglielo guardandola negli occhi. Lei sta obbligando la maggioranza dei docenti italiani a violare la legge. E’ esattamente quello che accade in moltissime scuole italiane. Cosa significa infatti ammassare più alunni di quanti un‘aula può contenerne, se non violare la legge? Sono ben tre le norme violate: la normativa antincendio, quella per la sicurezza negli edifici scolastici e quella igienico sanitaria. Molti sanno che lei ha tolto ben 8 miliardi all’istruzione pubblica. “C’erano tanti sprechi e siamo in tempi di crisi, bisogna razionalizzare”, saggia e incontrovertibile affermazione. Così ha giustificato la cosa. Di contro, però, le spese militari ricevono 25 miliardi di euro e leggo in questi giorni di un bonus di 19 mila euro a classe per le scuole private e leggo anche di un aumento di circa 200 euro mensili per i colleghi di religione, buon per loro, non sia mai, ma allora non bloccassero i nostri per i prossimi secoli.

Mettiamoci d’accordo. C’è la crisi o no? Un giorno c'è, un giorno non c'è, un giorno è un "anatema psicologico delle sinistre" e l'altro giorno "dobbiamo fare sacrifici". Ma non tutti, attenzione: gli statali. Io mi sono arrovellata nel tentativo di capire dove fossero quegli sprechi quando, nell’agosto 2008, ho saputo degli 8 miliardi da togliere alla scuola pubblica. Ma lei ha fugato i miei dubbi: lo spreco era studiare l’italiano, e quindi via due ore. Lo spreco era studiare la tecnologia moderna e quindi via un’ora. Questo alle medie. Escano prima i ragazzi: così hanno tempo per riflettere. Lo ha detto il ministro Gelmini. Lo spreco era recuperare i bambini con difficoltà (cosa frequentissima nei contesti dove vivo e ho scelto di insegnare io, e cioè nelle periferie), e quindi via le compresenze in talune ore di due maestri nelle elementari: a questo servivano, caro ministro. Il tutto eseguito con la furia di un boscaiolo cieco che ha distrutto chiome sane, piante rigogliose e qualche ramo secco, ma troppo pochi, in cambio della distruzione della nostra foresta amazzonica: il polmone del nostro futuro. Quelle due ore d’italiano e le compresenze servivano anche a coprire le assenze dei colleghi senza ricorrere a supplenze esterne. Inoltre: aumentiamo i ragazzi per classe: fino a 30, 33, ma sì. Realizziamo un bel parcheggio per ragazzi, non una scuola certamente. Del resto sono altre le fonti vere della formazione: la vita, la strada, la televisione, il computer. Per chi vuole studiare veramente ci sono le scuole private. Studiare cosa e come poi è da vedere.

C’è un piccolo particolare: tutto ciò è anticostituzionale. La Costituzione riconosce alla scuola pubblica, statale, italiana il compito di formare e istruire gli italiani. Le private? Una scelta possibile, non obbligata. Non era un paradiso la scuola pubblica, prima di Tremonti, ma i problemi erano altri, non certo questi, ed era una bella scuola. Chi non deve parte della sua personalità a quel docente che non dimenticherà mai?

Torniamo alle sue motivazioni: la gestione dei singoli istituti, troppi soldi, troppi. E quindi tagli anche a quella: tagli alle ore e tagli ai finanziamenti per la gestione. “Facessero una colletta i genitori, e che sarà mai qualche decina di euro”. Nulla. Ma non c’era la crisi? Nella mia regione, in Sicilia, qualche decina di euro aiuta ad andare avanti. E così avete tagliato. Nella scuola dove insegno io, una normale scuola media della periferia palermitana, ma potremmo generalizzare a tutte le scuole medie d’Italia, siamo quasi alla paralisi. Avete compiuto il miracolo: unire di colpo nord e sud nella omologazione verso il peggio. Dico quasi, perché poi, incredibilmente, docenti e dirigenti sono diventati bravi a fare i salti mortali e le capriole all’indietro. Questo lo sapevate, vero? Qual è l’unica classe di lavoratori in Italia che, nonostante tutto, continua a lavorare senza grossi drammi? La nostra. Nel senso che lei aveva ragione e che quindi, nonostante i tagli, e visto che riusciamo ad andare avanti, la scuola non ha tutti ‘sti problemi? No, aveva ragione perché per noi quelli che non devono subire le ricadute gravissime della sua scelta scellerata, ripeto, scellerata, non devono essere i ragazzi: e dunque si alza la saracinesca comunque e si fa l'appello tutte le mattine.

Però sa cosa c’è? C'è che abbiamo anche sopportato e stiamo sopportando molto, ma l’illegalità di stato dentro una scuola no. Io non la sopporto e la denuncio. Tagliare completamente i fondi di gestione delle scuole ha comportato l’impossibilità di chiamare supplenti per coprire le assenze giornaliere, adesso che non ci sono più quelle due ore che servivano a coprirle. E dunque le classi si dividono in altre classi. Giornalmente. I ragazzini si prendono la loro sedia e vagano nei corridoi in cerca di spazio. Perdendo ore di lezione. E allora: posso sopportare di lavorare meno, posso sopportare di farlo in una scuola ammuffita, con l’acqua che filtra, senza vetri (lei mi dirà: si rivolga all’amministrazione comunale), posso sopportare di non avere carta igienica per i ragazzi, sapone nei bagni, riscaldamenti a singhiozzo. In una mia classe di prima media ho 23 bambini, 4 di loro con gravissimi disagi sociali e disturbi comportamentali (sono figli di carcerati), due con problemi di apprendimento e uno disabile grave. Io insegno arte: nelle mie ore non ho insegnante di sostegno, perché sono state tagliate le ore del sostegno, come tanti sanno. A volte me ne arrivano altri 3 o 4 da altre classi.

E allora mi dica lei qual è il diritto all’istruzione negata del mio alunno disabile? Qual è il diritto all’attenzione precipua negata ai 4 bimbi con problemi sociali? E ai due che non riescono a leggere senza distrarsi? E‘ una scuola di periferia, se non li aiuto io chi li aiuta? E il resto dei compagni? Non hanno diritto alla “normalità”? E poi viene la ministra Gelmini a parlar male dei docenti del sud, di come i nostri alunni sono in fondo alle classifiche delle prove di merito: ma in queste condizioni cosa vi aspettate? E’ già un miracolo se abbiamo le sedie nella mia scuola. L’inverno lo abbiamo trascorso con muffa e infissi rotti, che puntualmente aggiustiamo stornando somme da altri fini. “Si rivolga al Comune” dirà lei. Il suo sindaco di centrodestra ha tagliato anche lui tutti i finanziamenti alle scuole: sia per il funzionamento ordinario, sia per le manutenzioni. Non ci resta che Santa Rosalia. Macchè, manco la chiesa ci appoggia, noi sciagurati delle periferie, intenta com’è a salvaguardare le scuole private.
Lei lo chiama razionamento e si riempie la bocca di frasi assurde sul come l’Italia stia reggendo la crisi. Mi scusi: ma che cavolo sta dicendo? Lo deve dire lei, una statistica o io? Ho 253 alunni, 253 famiglie cioè: un bel campione di famiglie di periferia, come ce ne sono a migliaia nella corona delle città italiane. Forse ne so parlare meglio di lei degli effetti della crisi, sig. Ministro: niente fumo negli occhi ahimè a noi che le vediamo e viviamo la verità delle cose. Perché nemmeno il contributo di 15 euro annui riescono più a pagare. Un disastro che chiamo illegalità.

Io non posso adeguarmi. Non per me stessa, che alla fine noi docenti ci abituiamo a tutto, ma per loro. Non posso più tollerare che quei ragazzi siano il bersaglio vero delle nostre scelte. E’ questa l’illegalità, non solo la 'ndrangheta, la camorra e la mafia, è questo l’esempio in cui crescono i miei ragazzi sfortunati. Ma l’illegalità e il non rispetto della legge no. A Palermo no. Non in quel quartiere: la scuola non può tollerarlo perché è l’unico baluardo dello Stato. Porti solo la sua firma questo scempio: io non voglio rendermene complice. E non mi dica che sto facendo politica, che parlo male della scuola e che un insegnante non può farlo. Io non parlo male della scuola? Come potrei? E’ la mia vita. Io dico male della distruzione che ne state facendo, parlo male di voi, ecco perché non me lo permettete. Non di fare politica, bensì di esercitare un dissenso sacrosanto. Si difenda contraddicendomi con fatti. Parlo male... Faccio politica... dice? E sia pure! Io ne ho più diritto di lei, che sia chiaro: sono io a formare i cittadini di domani, mica Lei. Lei passerà, per fortuna, ma i docenti italiani ci saranno sempre a insegnare cosa voglia dire rispettare le regole, rispettare la legge, cosa significhino parole come “comunità”, come “solidarietà”, come “eguaglianza”, come “fraternità”. Questa è politica, caro Tremonti, ed è il senso del mio mestiere. Glielo insegno di più io, non di certo Lei che gli toglie maestri, risorse e ruolo sociale: perché se si permette di uccidere il mio ruolo, insieme al mio, annulla quello di studente. Non ci aveva pensato? Lasciate i fanciulli senza guida, ne farete dei tiranni, questo diceva Platone. Quante mamme non posso riconoscersi in quella frase ripercorrendo le lotte giornaliere con i loro piccoli tiranni?

Da qualche mese mi rifiuto di accogliere ragazzi provenienti da classi divise oltre il numero consentito. E lo farò anche a fronte di ordini di servizio scritti. Venga qualcuno a obbligarmi. Venga pure. Io mi rifiuto. Il mio Dirigente mi dirà: dove li metto allora? Io la rivolgo a Lei questa domanda: dove li mettiamo? La rivolgo ai suoi elettori, che sono anche genitori: dove volete che li mettiamo i vostri figli?

E allora le faccio una proposta indecente davvero: di quei 25 miliardi alle spese militari destini nuovamente alla scuola pubblica gli 8 miliardi tolti. Oppure assegni i proventi del lotto per un anno alla messa in sicurezza degli edifici scolastici: sono questi i monumenti culturali dell’Italia che amo. La smetta di giocare con la vita e con l’istruzione dei nostri figli. Anzi, le dico di più, se posso: se ne vergogni.

(31 maggio 2010)

Fonte della notizia

22 commenti:

  1. hai fatto benissimo a pubblicarla anche tu, dovrebbe esserci un passaparola naturale tra noi. Qualcuno ci mette la faccia e la firma, noi il nostro contributo alla diffusione.

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  2. Sono d'accordo con te, Paola. Mi auguro che siano in molti a volere contribuire alla sua diffusione.

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  3. Cara Annarita, ho letto senza mai fermarmi.
    Una lettera che pesa su tutti noi come genitori e cittadini.

    "Avete compiuto il miracolo: unire di colpo nord e sud nella omologazione verso il peggio".
    Quante sono vere e profonde queste parole.

    Come si fa a dormire dopo aver letto questa lettera?

    Un bacio

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  4. Cara Rosaria, eppure c'è chi dorme tra quattro guanciali e non si fa problemi di nulla, purtroppo.

    E intanto stanno massacrando la scuola pubblica e con essa il futuro dei nostri figli.

    Un bacione

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  5. L'ho letta tutta d'un fiato ,non sai quanto faccio mie le parole di questa lettera e sopratutto cio' che esprime .

    Buona girnata
    kicca

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  6. Questo scritto così fremente di dignità, coraggio,serietà, amore...mi fa venire la pelle d'oca.
    Con profonda ammirazione e partecipazione. Diffonderò il più possibile.
    Sandra

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  7. Tutti siamo d'accordo, meno evidentemente chi li vota e continua a votarli. Evidentemente a loro va benissimo tutto questo ...e il resto!!

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  8. L'altro giorno parlavo con la mia amica, era il suo ultimo giorno di lavoro, per quest'anno scolastico, lei è insegnante di latino e greco al classico.
    Precaria, ovviamente.
    Io sono men che precaria, in quanto negli ultimi anni l'unica cattedra disponibile per la mia materia non sono mai riuscita a prenderla. Pensate, una sola cattedra.
    Hanno tagliato tutte le ore e hanno eliminato le classi, inglobando decine di allievi in un ammasso informe.
    La mia amica è preoccupata, perchè crede che il suo ultimo giorno di lavoro di quest'anno scolastico, sia il suo ultimo giorno di lavoro in assoluto. Ma il timore maggiore è che il lavoro iniziato con quei ragazzi possa essere sprecato, possa andare perso, un lavoro che va ben oltre la semplice lezione dettata a memoria. Un lavoro di educazione alla vita, di insegnamento di ideali, di stimolo.
    Cosa diamo a dei ragazzi che iniziano ad affrontare la vita?
    Bisogna chiedersi perchè proprio nella scuola sono sorti tutti questi problemi, qual è stato l'errore.
    Io cerco di andare a ritroso, cerco di capire quando tutto ha iniziato a scricchiolare...non lo so, non ci riesco a darmi delle risposte, forse sono molteplici, forse sono semplici e non riusciamo a vederle...
    ultimamente avverto come una regressione culturale generale, noto che molte persone, anche laureate, professionisti impeccabili, commettono errori grammaticali enormi. L'altro giorno ho sentito che abbiamo ben il 20% di giovani italiani analfabeti. E' una cifra enorme per essere il 2010. Mi spaventa...
    Non so, forse ho detto un mucchio di sciocchezze, ma è stato come uno sfogo. Credo nella cultura e mi dispiace guardare questo degrado.
    Un abbraccio Annarita cara.

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  9. Mi ci ritrovo completamente, poiuchè tutto quello che è scritto, viene vissuto giornalmente nelle scuole. I nostri politici devono solo ringraziare il forte senso del dovere che gli insegnanti sentono. Certo, qualcuno, fa eccezione...ma davvero ogni mattina si alza la saracinesca e si fa l'appello, costi quello che costi...senza mai assentarsi, per non mettere in difficoltà le colleghe che devono coprirti o divere la classe, con grave disagio per i bambini.
    Si devono inventare attività svariate, non solo valide dal punto di vista didattico, mas anche economico:a costo zero per la scuola, che, però, portino dei piccoli utili....Potrei stare qui a parlare per ore. Il docente è un professionista, non un missionario....Questo ci hanno insegnato 30 anni fa. Mi sa che non è vero!

    Condivido sul mio blog la lettera, se non ti dispiace.
    Grazie, grazie davvero, Annarita.

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  10. Ho letto da serenella e partecipo allo sfogo della lettera.
    Mi chiedo se davvero chi li ha votati si sente di condividere questa lenta e sistematica distruzione della scuola pubblica.
    E' una vergogna che non può lasciarci indifferenti!!

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  11. Una lettera veramente forte sotto ogni punto di vista. Mi auguro che chi di dovere la prenda nella dovuta considerazione...

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  12. Ciao Annarita, ti lascio lo stesso commento che ho scritto da Serenella e credimi che mi vergogno tanto di avere politici simili che mi rappresentano nel mondo.
    Tagliano sulla scuola, tagliano sulla ricerca scientifica, tagliano alle forze dell'ordine e rovinano l'italia. Se incominciassero a fare gli stessi tagli alle loro mogliettine che si devono fare pettinare dal parrucchiere (e noi paghiamo), i vari autisti di auto blu che caricano la spesa sulla macchina blu (e noi paghiamo) la scopatina fatta in giro (e noi paghiamo sempre l'auto blu e personale), stipendi stratosferici e pensioni faraoniche, eccetera eccetera. Quanti soldi che salterebbero fuori per coprire i buchi. In altri stati europei i politici usano mezzi pubblici facendo risparmiare tanti di quei soldi che neppure possiamo immaginarti. Mi fermo qui per evitare di scrivere cose vere ma che portano solo guai, il governo Italiano fa .....
    Buona vita a te e tanto mal di pancia agli ottusi che rovinano il nostro paese.
    Viviana

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  13. Carissima Annarita,
    io amo pensare alla scuola come a un luogo sacro, un luogo dove la parte più preziosa della nostra società, i nostri figli, si formano e crescono.
    Un governo fatto di persone di coscienza dovrebbe tenere fra le sue priorità proprio la salvaguardia di quel luogo, dovrebbe rispettare la sua "sacralità" e fare ogni sforzo per potenziarlo e migliorarlo. Pensare che si possano fare, con disinvoltura, senza ritegno e senza dignità, tagli pesanti e indiscriminati è vergognoso.
    Ma forse, a molti conviene che si sia in giro un numero sempre maggiore di giovani sempre meno preparati, meno istruiti, meno forti.
    Grazie per aver pubblicato la lettera. La sottoscrivo in pieno.
    Un abbraccio
    Nadia

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  14. Care amiche, vi ringrazio tutte di cuore per aver fatto sentire la vosta voce.

    I vostri commneti contengono validi elementi di riflessione. Ma non avevo dubbi in proposito, conoscendovi tutte.

    Purtroppo coloro che hanno potere e dovrebbero operare una seria riflessione non hanno intenzione di farla. E questo è il dramma del problema.

    Un abbraccio circolare.

    annarita

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  15. I nostri governanti vedono la Costituzione e la legalità come un peso insopportabile. Cosa possiamo sperare da persone così? Da persone che privilegiano affari e guadagno alla persona umana e ai valori morali? Ci vorrà molto impegno da parte di tutti. Non possiamo arrenderci. Un caro saluto, Fabio

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  16. Cosa aggiungere ai tanti commenti?
    Vivo in Sicilia,sono stata accanto alle insegnanti per 20 anni,di grosse disponibilità la scuola non ne ha mai avute,ma c'era entusiasmo,collaborazione.Ora siamo alla carta igienica che manca,purtroppo,alle disillusioni,fatta salva la buona volontà di tante insegnanti di ogni ordine e grado,che continuano,nonostante tutto ,a vedere la scuola come vivaio di legalità, strumento di integrazione sociale,di educazione e formazione alla vita.
    Non possiamo permettere che tutto sia coperto dal grigiore,che ci siano scuole di categoria A,private e ampiamente sovvenzionate e pubbliche,serie B,dove posteggiare i nostri figli per alcune ore giornaliere.
    Grazie Annarita per aver pubblicato,e grazie anche a Rosy che se ne fatta portavoce.I blog possono essere anche questo,un servizio reso alla buona informazione.

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  17. Caro Fabio, da persone così non possiamo aspettarci nulla, purtroppo! Per tale ragionae dobbiamo usare un'arma efficace, quella del voto. Votiamo con discernimento!

    Un caro saluto.

    annarita

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  18. Cara Chicchina, benvenuta. Ti ringrazio molto del tuo saggio, e condivisibile in toto, commento.

    A presto.
    annarita

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  19. Cara Annarita, si legge tutta d’un fiato la lettera e sì, si comprende la determinazione dell’autrice… nel sottolineare tutti gli aspetti critici della paradossale situazione in cui la scuola pubblica, tra tagli sempre più netti e riforme, si è venuta a trovare in questi ultimi anni.

    Oggi, ultimo giorno di scuola, a Firenze, per protestare contro i tagli, la piazza Santissima Annunziata è stata trasformata in un’aula, con banchi, lavagna, assessori e politici che, tra gli altri testi, hanno letto gli articoli 33 e 34 della Costituzione…

    Un caro saluto e buon weekend

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  20. Considerazioni appassionate e condivisibili. C'è fermento e senso di delusione nella scuola e ci vuole proprio tanta motivazione per continuare.

    Un caro saluto, Annarita :)

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  21. sono uno studente ke va in prima superiore al liceo di arte e devo dire ke questa tua lettera devrebbe essere per ttt gli italiani una rivolta secolare contro i tagli del governo e gli sprechi ke noi subiamo.. al giorno ogni famiglia italiana paga più di 600 euro x le armate... e menomale ke nn siamo in guerra, dicevano.... poi lo hanno ammesso e si sono messi acomprare caccia militari da non so quanti milioni l'uno. noi, come ttt le nazioni di qst mondo ke si rovinano spendendo in guerre inutili dovremmo far capire alle nostre "guide" ke è meglio investire nell' istruzione xkè alla fine è qll il mio e il vostro futuro.... sottoscrivo pienamente la tua lettera e la condividerò, sempre se nn ti dispiaccia... cari saluti,
    George

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  22. George, benvenuto e grazie del commento, che è stato molto gradito.

    annarita:)

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