Cari lettori,
Michela Murgia ha vinto il Premio Campiello 2010 con Accabadora: la premiazione del famoso concorso letterario, giunto alla sua 58° edizione, si è svolta nella straordinaria cornice del Teatro La Fenice di Venezia, il 4 settembre scorso.
I cinque autori finalisti sono stati: Gianrico Carofiglio con Le perfezioni provvisorie, Gad Lerner con Scintille. Una storia di anime vagabonde, Michela Murgia con Accabadora, Laura Pariani con Milano è una selva oscura e Antonio Pennacchi con Canale Mussolini.
Michela Murgia ha vinto con 119 voti su un totale di 288, stravolgendo i pronostici che davano come favorito Antonio Pennacchi.
Sono contenta che ad aggiudicarsi l’ambito premio letterario sia una giovane donna che ha voluto dedicare la propria vittoria a Sakineh, la donna iraniana condannata alla lapidazione per un presunto adulterio. (Vi invito a firmare l'appello di Amnesty International)
"Dedico il mio premio - ha detto la scrittrice dal palco de La Fenice - non alla Sardegna che in questo momento non ne ha bisogno, ma a Sakineh".
Brava, Michela!
Vi propongo di seguito l'audiolibro Accabadora, in versione integrale e letto dall'autrice stessa. E’ uscito in maggio ed è stato l'audiolibro più venduto al Salone del Libro di Torino.
Per ascoltare l'incipit di Accabadora, clicca qui.
L'audiolibro (www.emonsaudiolibri.it)
Accabadora, scritto e letto da Michela Murgia
versione integrale
durata: 4h 37'
prezzo: 19,90 euro
Riporto di seguito la recensione di Accabadora, presa dal sito del Premio Campiello, dove potete trovare le recensioni degli altri quattro libri finalisti.
Michela Murgia, “Accabadora”, Einaudi
"Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno.Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come "l'ultima". Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. "Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia".
Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre. La Sardegna degli anni Cinquanta è un mondo antico sull'orlo del precipizio, ha le sue regole e i suoi divieti, una lingua atavica e taciti patti condivisi. La comunità è come un organismo, conosce le proprie esigenze per istinto e senza troppe parole sa come affrontarle. Sa come unire due solitudini, sa quali vincoli non si possono violare, sa dare una fine a chi la cerca. Michela Murgia, con una lingua scabra e poetica insieme, usa tutta la forza della letteratura per affrontare un tema così complesso senza semplificarlo. E trova le parole per interrogare il nostro mondo mentre racconta di quell'universo lontano e del suo equilibrio segreto e sostanziale, dove le domande avevano risposte chiare come le tessere di un abbecedario, l'alfabeto elementare di «quando gli oggetti e il loro nome erano misteri non ancora separati dalla violenza sottile dell'analisi logica»."
Michela Murgia è nata a Cabras nel 1972. Nel 2006 ha pubblicato con Isbn Il mondo deve sapere, il diario tragicomico di un mese di lavoro che ha ispirato il film di Paolo Virzì, Tutta la vita davanti. Per Einaudi ha pubblicato nel 2008 Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede e nel 2009 il romanzo Accabadora.
Leggi su wikipedia chi è la femmina accabadora.
06/09/10
Il Premio Campiello 2010 Dedicato A Sakineh
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Che bel post Annarita, sarà che pochi giorni fa stavo in Sardegna, sarà che leggendo il post, ci ho trovato tanto di me
RispondiEliminaAd esempio anche io spesso leggevo ad alta voce, mi piaceva sentire il suono della mia voce e le sue inclinazioni.
La mia voce dava vita ai personaggi del libro e insieme stavamo bene.
Mi piaceva accarezzare con gli occhi
le parole del libro mentre il mio cuore raccoglieva ogni sua parola e come per incanto
le trasformava in musica.
Bisogna provare per capire meglio quello che si prova.
Non ti nascondo cara Annarita che ancora adesso, ogni tanto mi ritrovo a leggere ad alta voce e come ascoltare un racconto, che da sola mi racconto.
Graie per questo bel post
Assaporato fino in fondo.
Un bacione
Ho tifato anch'io per Michela Murgia e,quanto prima,leggerò il suo libro.
RispondiEliminaChe abbia voluto dedicare la propria vittoria a Sakineh da,a questa giovane donna scrittice,un asso in più.
Bel post Annarita.
Buon anno scolastico..."quest'anno più che mai" ,Gelmini docet:))
Baci!
Sono rimasta un po' delusa perchè ho adorato il libro di Carofiglio...
RispondiEliminaDel resto, non è il premio che fa il buon scrittore...
Cara Annarita , grazie per questo belpost dedicato alla mia conterranea . Non ho ancora letto il libro ma lo farò presto perchè, conoscendo il personaggio de s'accabadora, sono molto curiosa . Nobile il gesto dell'autrice nel dedicare la vittoria alla donna iraniana.
RispondiEliminaUn caro saluto
Paola
Cara Annarita, anch'io sono curiosa di leggerlo e, intanto, applaudo al nobile gesto della dedica a Sakineh.
RispondiEliminaUn caro saluto e un abbraccio
Ammiro le donne, soprattutto quelle intelligenti e ancora di più le donne che sanno scrivere.
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggere il libro di Michela. Conosco la sensibilità di quest'autrice e non mi meraviglia la sua dedica della vittoria a Sakineh! Avrà voluto augurare a questa giovane donna di essere anche lei vincitrice...ma...della battaglia per la vita!
RispondiEliminaGrazie Annarita!
Un abbraccio,
maria I.
Grande Michela! Ottima scrittrice e soprattutto donna saggia. Un caro saluto, Fabio
RispondiEliminaBisogna provare per capire meglio quello che si prova
RispondiEliminaGiustissima considerazione, Rosaria, che vale in generale.
Grazie a te della presenza.
Un bacione.
..."quest'anno più che mai" ,Gelmini docet:))
RispondiEliminaBaci!
Già, purtroppo!
Buon anno scolastico anche a te, carissima.
A presto!
Sono rimasta un po' delusa perchè ho adorato il libro di Carofiglio...
RispondiEliminaDel resto, non è il premio che fa il buon scrittore...
Sicuramente i buoni scrittori esistono al di fuori dei premi,Veggie....però, avendo letto "Accabadora" posso solo dire che il premio è meritatissimo.
Non ho invece letto il libro di Carofiglio e quindi non posso esprimermi al riguardo.
Tu hai letto "Accabadora"?
@Paola: Michela Murgia e il suo romanzo meritano! Constaterai che ne vale la pena leggerlo.
RispondiElimina@Anna: ripeto quello che ho scritto a Paola:)
Un abbraccionead entrambe.
Bravo, Aldone! Sei un uomo intelligente e sensibile.
RispondiEliminaUn bacione:)
Avrà voluto augurare a questa giovane donna di essere anche lei vincitrice...ma...della battaglia per la vita!
RispondiEliminaSono d'accordo con te, cara Maria.
Un grazie a te per esserci.
Un abbraccio.
Fabio, parole sante:)
RispondiEliminaUn caro saluto e bentornato:)
Un bel post, cara Annarita, con tutti i riferimenti giusti, com'è nel tuo stile. Ho appena acquistato il libro, sono sicura che la storia mi piacerà, conoscere comportamenti e vecchie usanze è sempre interessante. Lodevole dedica.
RispondiEliminaun caro saluto
annamaria