28/06/13

IL RICORDO


Dalla Rete.

IL RICORDO

Il treno sferragliava monotono nella sua corsa. Laura, rannicchiata sul sedile vicino al finestrino, osservava le gocce di pioggia che colavano fitte sul vetro come un pianto senza fine. I capelli, raccolti in una pesante treccia che le lambiva le scapole, brillavano di naturali riflessi corvini. Un morbido ricciolo, sfuggito alla costrizione dell'acconciatura, incorniciava, dalla tempia sinistra sino al lobo dell'orecchio ben disegnato, l'austero profilo, mettendo in risalto la curva decisa delle labbra tumide e sensuali, carnosi petali vermigli nell'incarnato diafano del  volto.
Un brivido le percorse repentino le membra, rammentando la telefonata della sera pecedente.
"La macchina di Alberto è uscita fuori strada...una curva presa a velocità sostenuta. Niente da fare. Domani pomeriggio ci saranno i funerali. Ho pensato fosse giusto informarti. Decidi tu cosa fare."
Le parole asciutte di Anna, un tempo sua cognata ed amica, erano penetrate come lame affilate nella carne madida di freddo sudore. E, adesso, era su quel treno, intrappolata nella ragnatela dei ricordi.
Erano trascorsi cinque anni da quel giorno, quando era fuggita per non essere annientata da una torbida passione, che le stava prosciugando energie e voglia di vivere.
"Nessuno ti farà  vivere le stesse sensazioni, nessuno saprà amarti come ti amo io!"- le aveva sibilato, serrando con rabbia l'uscio dietro di lei, che si avventurava nel buio di una fredda sera d'inverno.
Era stato davvero così? Se lo chiedeva con spietata sincerità per la prima volta. Guido, il suo compagno, le aveva offerto la serenità e la stabilità cercate. Tutto era pacato in lui: i gesti, il tono della voce, anche gli amplessi consumati rigorosamente nel lettone della loro camera, alla discreta luce di un abat-jour. Non c'erano scosse nel loro ménage quotidiano, ogni cosa era pianificata con cura: dall'acquisto di un oggetto alla serata di svago, al weekend settimanale, alle visite di cortesia.
Passava in rassegna, con estrema lucidità, una ad una le singole maglie di quella che le appariva di colpo come una gabbia dorata, in cui si era rifugiata e di cui non aveva avvertito il peso e la noia paralizzante, intenta com'era  a costringere e tarpare le pulsioni più profonde del suo essere in tentativi illusori.

Alberto! Pensieri si rincorrevano e si sovrapponevano scomposti nel caos di un puzzle, cui non riusciva a conferire un ordine. Vampate incontrollate di calore si irradiavano dal ventre, avviluppando le membra molli e svuotate di energia. Irrefrenabile fluiva il ricordo come un fiume in piena, tracimato da impotenti argini, edificati certosinamente giorno dopo giorno. Il nome gridato, violando i silenzi di lei. La risata inconfondibile, il rito delle mani brune sulla sua pelle attenta, i baci brucianti, il profilo dei loro fianchi scossi dalla spinta della vita, la curva delle sue labbra dischiuse e vive di calde parole, misteri d'ombra fra i capelli di oro scuro, magie di luce nei suoi occhi. Stolta! Come aveva pensato e sperato di dimenticare? Alberto. Urla mute le dilaniavano il petto, incoerenti atomi di vita si univano e si separavano negli oscillanti meandri della memoria. Alberto. La fine nelle contorte lamiere di una macchina, ma per lei era l'inizio di un tunnel di cui non vedeva l'uscita.

Il treno aveva smorzato la sua corsa, la stazione del paesello comparve illuminata dal neon dei lampioni.

Scese dal predellino, avviandosi con passo incerto in un'alba grigia e greve come la sua anima.

9 commenti:

  1. Il ricordo è amaro, specie se accompagnato da una morte precoce e violenta.

    L'ho letto 4 volte.

    Un caro saluto.

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    1. Il ricordo può essere più che amaro, può addirittura annichilire l'anima, confinandola in un tunnel buio e apparentemente senza uscita.

      Ti ringrazio per averlo letto quattro volte.

      Un abbraccio
      Annarita

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  2. Amaro. Bello.Proprio vero i ricordi sono pensieri che si rincorrono e si sovrappongonono scomposti nel caos di un puzzle, cui non si riusce a dare un ordine. Un abbraccio

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    1. Ciao Pier, che piacere risentirti. Il tuo parere sul racconto mi gratifica.

      Un abbraccio.
      Annarita

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  3. Una piacevolissima perla, un racconto conciso ma dal contenuto stracolmo di ogni tipo di sentimento.
    Un caro saluto,
    aldo.

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    1. Caro Aldone, che piacere leggere le tue parole. Ti ringrazio per aver colto il significato del racconto e per averlo apprezzato.

      Un caro saluto
      Annarita

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  4. Un racconto struggente che entra nell'anima.

    un abbraccio

    Margherita

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  5. Cara Margherita, ti ringrazio dell'apprezzamento e scusami per il ritardo nella risposta, ma ieri mi sono trasferita al mare e mi connetto soltanto adesso.

    Un abbraccio
    Annarita

    ps: non ho ancora letto il Carnevale della letteratura!

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