Riporto di seguito due commenti di Federico Bo (un mio amico veramente preparato in diversi campi della conoscenza) che ritengo meritevoli di essere inseriti in un post poichè nel contesto dei commenti non avrebbero una grande visibilità.
Questo il primo commento al post "Mi consenta"...ovvero il meme può avere un potere generativo?
1) Afferma Federico: "Forse esiste una certa confusione terminologica sul termine "meme"; ne ho già parlato nei commenti a questo mio post quindi evito di ripetermi. Quello che ha innescato questa discussione non lo definirei meme (se non come rappresentazione assai limitativa ed approssimata del concetto generale di diffusione e replicazione di idee) e neppure catena di sant'Antonio (non ci succede nulla di male se non aderiamo...credo...). Si potrebbe definire, semplicemente, un gioco di società -- di qui il mio riferimento al questionario di Proust -- che si svolge sfruttando la peculiarità fondamentale di Internet, il link e l'altrettanto importante caratteristica del Web 2.0, la rete sociale.
2) Questo il secondo commento, al quale conduce il link indicato nel primo commento, ma che riporto qui per comodità di consultazione: "Il concetto di meme è stato introdotto per la prima volta dal biologo evolutivo Richard Dawkins. Nel suo significato originario un meme è un elemento culturale che, analogamente ad un gene, tende a replicarsi a mò di virus trasferendosi da un individuo ad un altro tramite, per esempio, il linguaggio. I memi sono soggetti alla legge dell’evoluzione (culturale in questo caso): sopravvivono e si trasmettono i memi più forti , quelli più facili da imitare e da memorizzare o quelli che si “adattano” più facilmente ad un determinato contesto socio-culturale.
Esempi di memi ce ne sono moltissimi, dalle religioni ai modi di dire, dalle mode alle tradizioni culinarie, dalle melodie alle convenzioni sociali.
Nel Web il concetto di meme si riferisce ad un’idea, un argomento, una notizia che si diffonde in Rete e nella blogosfera e che, alle volte, “emerge” fino ad uscire dai confini del Web per approdare ai media tradizionali e giungere all’intera sfera pubblica.
Un esempio è l’appello sulla salvaguardia della privacy che in pochi giorni, partendo dalla Rete, è risalito fino agli onori della cronaca, riuscendo a bloccare l’introduzione, da parte del Parlamento, di norme più lasche in materia di trattamento dei dati personali (vedi logo “Non privarmi della privacy”).
Per ulteriori informazioni sui memi vedi Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Meme
Secondo quanto chiarito da Federico, la "palla", che ho accolto da Paolo e girato ad altri amici, non è un meme bensì un "gioco di società", con le implicazioni che un tale tipo di gioco sociale può contenere!
Grazie Federico, preparatissimo come sempre:). Mi piacerebbe a questo punto sentire altri pareri in merito.
Grazie:)
23/11/07
Ancora sul significato di "meme"...abbiate pazienza, ma voglio capire!
Ti invito a promuovere, condividere, segnalare questo articolo, se lo hai apprezzato.
Semplice, basta cliccare sui bottoni social.
E se ancora non l'hai fatto, puoi sottoscriverti ai feed
per essere sempre aggiornato/a, se lo desideri.
Grazie.
Etichette:
meme
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Esagerata... :)
RispondiEliminaVolevo solo dire che quello con cui abbiamo avuto a che fare è un divertissement, utile magari come strumento per valutare la velocità di diffusione di spunti e riflessioni nella blogosfera.
@Federico: non sono esagerata. Non hai forse scritto in un commento sul tuo blog che spesso nei commenti sono racchiuse delle "perle di saggezza"?
RispondiEliminaEcco, appunto.....;)
Divertissement ma anche qualcos'altro.
RispondiEliminaAnnarita ha spezzato una lancia per me ritenendomi un "pensatore" che, per giunta, ogni volta che parla è tremendamente analitico da fare schifo quasi (chiedo venia). Non è mai sintetico come si vorrebbe almeno qualche volta. E si ha ragione da vendere, perché sul web le faccende della persona, quelle della sua relativa blogosfera vitale, qui si preferiscono svincolate, se no che divertissement se ne trae? Infatti per Federico che mira al sodo - e che riguarda il web appunto -, il nostro meme sul tavolo operatorio è solo un un «divertissement, utile magari come strumento per valutare la velocità di diffusione di spunti e riflessioni nella blogosfera.» come lui dice. E a causa e/o ragione di ciò il "pensatore" può essere visto come una sorta di meme-hacker (nella dizione d'origine) ma anche cracker (la dizione letale connessa all'informatica). Non ci avete pensato? Sì un pensatore fatto a "pensatore" è veramente come un hacker (vedi wikipedia), ma se esagera è un lazzarone di cracker anche.
Un "pensatore" è un tale, che al limite finisce per trovarsi fuori dal mondo a forza di girovagare nel mare del pensiero (o del web - mettiamo), come l'Odisseo omerico. Ed ecco, al pari di questi, il nostro "pensatore" è sospinto alfine su una "spiaggia" e qui trova accoglienza e si rigenera. Quel tanto che basta o che sembra bastare. In realtà di spiagge del genere, al "pensatore", sembra di trovarne tante, ma che poi si dissolvono. Sono spiagge di un mondo memetico, in realtà, che generano o degenerano nell'Odisseo-pensatore concezioni in procinto di un parto, che però non si determina mai. Seguono a queste esperienze memetiche riflessioni che cercano di riorganizzare il suo caos mentale perennemente in subbuglio.
Si potrebbe paragonare tutto ciò alla creazione cosmica immaginata dagli scienziati. È questo che attiene il processo del pensiero che altrimenti collasserebbe, come accade continuamente nell'immenso cosmo con stelle che muoiono. In seno alle stelle, come nell'intimo dei processi nucleari, l'equilibrio fra "essere e non essere" è legata alla nota "forza elettrodebole". Dicono gli scienziati che se questa forza venisse meno nel nostro sole planetario si scatenerebbe una catastrofica esplosione termonucleare.
In questo senso si può rispondere di sì alla domanda del post di Annarita. Il meme, paragonabile alla "forza elettrodebole" dei fisici, è generativa in qualche modo "medicamentoso", ma è al contrario degenerativa se ad essa non se dispone un altro per far giusta coppia. Se no da che cosa il meme può trarre la gioia e pure per esso il relativo senso vitale?
C'è stato il meme, cosiddetto burla, ma deve anche valutarsi come un alieno telematico presente in seno al web, girovago come un pazzo, simile ad un asteroide. Per una combinazione di elementi presenti nel post di Annarita, il cracker (o hacker?!) è stato attirato nella sua orbita, ed ha interagito nel sistema al punto da spingere Annarita ad approfondire con ben due post il fenomeno. E "bontà" del meme-hacker "divertissement" (o cracker non si sa) la messe di Annarita è stata più che buona a conti fatti.
Annarita scusami per la giaculatoria ma questo succede quando mi strappi dal mio guscio. È bastato il tuo "magari"
Gaetano
Secondo me la questione appare controversa esclusivamente per via delle classifiche della blogosfera. Un meme, o un passaparola, rischia spesso di essere considerato una specie di pubblicità del proprio blog, innescando una serie di link a ritroso che possono portare a guadagnare determinate posizioni nelle varie classifiche. In rete, dovrebbe esserci maggior gratuità, per esempio, trovo bello che qualcuno inneschi un meme partendo da un altro blog, coinvolgendo altri blogger potenzialmente interessati a quell'argomento. Purtroppo gli Adsense e la ricerca di pubblicità rischiano di far diventare la rete una ricerca al link che non fa bene a nessuno. Diciamo che è necessario tentare di conoscere bene il blogger per valutare la sua attendibilità di divulgatore piuttosto che di cacciatore di link. Intendiamoci, non sono questi i problemi dell'universo, ma come nella vita reale, riuscire a dare all'esterno l'esatta impressione della propria personalità non è cosa facile, il rischio di sbagliare è sempre dietro l'angolo, solo che nel web recuperare la dignità può essere più difficile.
RispondiEliminaScusarti,Gaetano, ma scherzi?!
RispondiEliminaPersonalmente trovo condivisibili, oltre che affascinanti, le tue argomentazioni. Da un uomo di pensiero quale tu sei non possono che sortire tali riflessioni. A me non risultano nè dispersive nè caotiche al contrario mi aiutano a penetrare nella sostanza delle cose e a trovare il legame e le connessioni tra cose e situazioni soltanto apparentemente slegate!
Ringrazio tutti voi che avete contribuito a questa discussione sul "meme", che adesso mi sembra di aver compreso nel suo significato complessivo.
Alcuni di questi fantomatici meme si diffondono davvero con la rapidità dei virus più terribili...io non sono oggettivo parlando di meme perchè, semplicemente, li odio...
RispondiEliminaSono rimasta affascinata dalle considerazioni che sono nate, e torno ogni tanto, qua da te, per vedere gli aggiornamenti ;)
RispondiElimina@CoRobi: le tue considerazioni sono sensate e realistiche. Robi dimostri sempre intelligenza e sensibilità nelle tue argomentazioni. Grazie per il tuo contributo alla discussione:)
RispondiElimina@kabalino: comprendo il tuo punto di vista, ma occorrerebbe guadagnare un po' di oggettività. Lo dico anche per me stessa che ho partecipato per la prima volta ad un meme, non avendo simpatia per essi. Adesso però me ne sono fatta un'idea precisa e direi che c'è meme e meme;)
@Elena: sono d'accordo con te, mia cara:). Gli interventi di Gaetano e Federico sono stati di indubbio spessore. Torna spesso, lo sai che sarai sempre accolta a braccia aperte.
Bacioni:)