21/11/09
Un Commento Al Post su RWE Energy Giant
Cari lettori, alcuni giorni fa pubblicavo su Scientificando, il mio blog didattico dedicato alle Scienze, un articolo dedicato a RWE Energy Giant, un bellissimo spot in 3D realizzato dalla compagnia elettrica tedesca RWE. In questo spot si vede un enorme gigante buono che cura con amorevolezza l'Ambiente.
Lo scopo per cui ho segnalato il video penso sia evidente: la bellezza del prodotto in sé, che grazie al linguaggio filmico può possedere per i giovanissimi alunni, a me affidati, un potere catalizzatore nei confronti dei temi dedicati all'ambiente. E così è stato perché i ragazzi a scuola mi hanno posto mille domande, da cui è scaturito un dialogo educativo positivo e propositivo.
In posta elettronica, mi arriva questo messaggio:"Cara Annarita stavo per postare il commento al post di Scientificando, RWE Energy Giant. Ma dopo averlo svolto mi sono reso conto che era critico nel confronti dello scopo del post. Mi piaceva il tema perché offre l'occasione di fare come ho fatto, anche se questo può dispiacere ad altri. Perciò ti mando il file in privato perché tu sappia come la penso.
Ti saluto con affetto,
Gaetano"
Si tratta del carissimo amico Gaetano Barbella, naturalmente, al quale rispondo che avrei delle perplessità, in effetti, a pubblicarlo su Scientificando perché potrebbe ingenerare una certa confusione nei miei discoletti. Decido però di pubblicarlo qui perché esprime un punto di vista signifcativo e condivisibile.
Vi invito ad esprimervi, dopo aver letto anche il post al quale è indirizzato.
Il commento di Gaetano: Produrre comporta rifiuti, ma manca la cultura che li armonizza. ( Clic sul link per leggere il commento)
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Ribadisco anche qui che il video è molto bello e adatto ad essere proposto ai ragazzi. Il commento di Gaetano invece, di cui condivido le osservazioni attente, mi sembra più complesso e perciò proponibile ad un pubblico più adulto. Ne potrebbe uscire un bel confronto di idee.
RispondiEliminaCiao, Angelita, la complessità e la profondità del commento sono gli elementi per cui ho optato di postare qui il commento di Gaetano. Ti ringrazio di essere passata anche da Scientificando:)
RispondiEliminaA presto. Salutoni:)
Ben dice Gaetano, con il quale mi trovo d'accordo. Sono cresciuto in una famiglia in cui si risparmiava, si riciclava il possibile, e si adoperavano gli oggetti sino al fine, in una famiglia dove il nonno insegnava ai nipoti a riparare la pala, la forca, imparava a piantare un chiodo per rattoppare una sedia, dove la nonna dava i primi rudimenti di cucito, e ancora oggi, più o meno, seguo con quelle idee che spesso mi fanno lottare contro un consumismo sfrenato che serve solo, dico solo, a riempire i vuoti interiori, i vuoti che abbiamo dentro.
RispondiEliminaCredo poco, molto poco a quelle campagne che inducono a riciclare i rifiuti... ma qui entro in un tema che mi sarà doloroso.
Buona serata.
Rino.
C'è molto d'ammirarti Annarita per le tue preziose informazioni, grazie.
RispondiEliminaQuello che noto e mi permetto di far notare che noi, Italia, siamo indietro anni e anni rispetto agli altri paesi in fatto di ambiente e di ecologia e siamo anche impotenti di fronte allo scempio che da molto tempo si sta facendo del nostro territorio.
L'abusivismo edilizio crea danni a cascata, in molti settori.
Rino, anche io sono cresciuta all'insegna del risparmio e del non spreco per cui non posso che concordare con il contenuto del commento di Gaetano.
RispondiEliminaCome educatrice mi trovo però ad affrontare e gestire con i miei alunni una vera emergenza, derivante dal vuoto delle istituzioni e non di rado dalla mancanza dell'apporto dovuto all'educazione familiare.
Non voglio qui addentrarmi in un'analisi sociologica, ma penso che ciascuno di noi dovrebbe investire nel proprio piccolo, facendola sua parte, e in primisi dando l'esempio ai più piccoli.
Pubblicare lo spot, non voleva di certo esprimere accordo con l'agire di campagne pubblicitarie inneggianti al riciclaggio di rifiuti o altro. Era solo un modo per attirare l'attenzione dei più giovani sul problema ambientale, utilizzando un linguaggio a loro gradito e familiare.
Un caro saluto
annarita
Certo, Annarita, e il problema è complicato, come ben dici, ma talvolta bisogna insegnare (forse sarebbe meglio dire: informare) ai giovani cose che rompono con l'abitudine della società, magari facendoli riflettere, facendo in modo che la loro analisi razionale vada oltre ciò che la famiglia, che il comportamento sociale detta. Loro devono iniziare a dissociarsi da tutto per riassociarsi secondo le loro credenze, le loro menti, le loro analisi, le loro conclusioni (scusami oggi sono un po' ribelle)
RispondiEliminaLo so, è duro e difficile, dopotutto ciò che si fa normalmente è un assioma indiscutibile e chi non è d'accordo è un eretico.
Scusami, ti prego.
Rino, contro una società cieca che va alla deriva.
Aldo, sei troppo buono!
RispondiEliminaSono d'accordo: si sta facendo uno scempio del nostro territorio...però non voglio arrendermi, pensando che siamo impotenti a contrastare tutto ciò.
Come educatrice penso di poter fare qualcosa, concorrendo a formare teste pensanti, teste di uomini migliori di noi, che sappiano fare meglio e più di noi.
La sfida è difficile, ma non impossibile. Tutto ciò comporta una volontà determinata a farci muovere nella stessa direzione.
Un salutone
annarita
No, non sei ribelle e dici cose sensate. Proprio ieri parlando delle informazioni dei media, a scuola, abbiamo toccato questo tasto e non è stato un momento isolato.
RispondiEliminaAnche la mia collega di lettere sta facendo con i ragazzi lo stesso tipo di lavoro per favorire il formarsi dello spirito critico.
Però, i miei ragazzi hanno un'età che va dagli 11 ai 14 anni, e allora occorre trovare tempi e modalità adeguate per intervenire in modo mirato.
Questo non significa che non si lavori in modo da favorire la formazione dell'autonomia di pensiero affinchè riescano a maturare un punto di vista personale e non omologato al pensiero corrente e prevalente.
Occorre però cautela perché le famiglie sono pronte a scagliarsi contro un insegnante ritenuto scomodo. A me è già successo...e allora occorre lavorare di cesello conquistando un centimetro dopo l'altro...
Non è facile, Rino. Soltanto chi svolge questo mestiere, può comprendere sino in fondo che cosa comporti l'educare giorno dopo giorno dei ragazzi, che sono figli altrui, ma che sono anche tuoi per motivi diversi.
Sono perfettamente d'accordo con te sul fatto che conta molto più come si dice una cosa, che poi la cosa in sè... Se una tematica importante riesce ad essere presentata in maniera accattivante, è un'ottima cosa per trasmettere passione... E si sa che è proprio la passione che fa fare a tutti piccole cose che poi, messe insieme, diventano grandi...
RispondiEliminaComprendo e concordo con il tuo punto di vita, che poi è anche il mio.
RispondiEliminaIl fatto è che come te ce ne sono poche, nel senso di aiutare a sviluppare nei ragazzi una mente critica e non omologarsi al resto, a tutti, alla società.
Buona lavoro.
Rino.
ho visto!
RispondiEliminae part di un dvd che si chiama "STASH" full of beautiful comercials
Annarita, ieri avevo scritto un commento, ma non lo vedo.
RispondiEliminaDicevo che mi piaceva il filmato con il ghigno del gigante buono...
Cara Annarita e cari amici, vedo con piacere che coralmente condividete il mio scritto. Dal canto mio, mi conformo anch'io, ma fino ad un certo punto, sulla piega dei ragionamenti intorno al tema sui rifiuti, cosa che ha indirizzato l'attenzione a tener da conto sul buon insegnamento da dare ai fanciulli in famiglia e a scuola. "É cosa buona e giusta" si può ben dire come si sente nel corso della Messa in Chiesa, nel Prefazio della preghiera eucaristica. Ma c'è qualcos'altro, assai prezioso negli uomini, che deve affiorare e poi splendere in essi, in noi, una stella che nei primordi era quella che faceva compagnia nell'uomo solitario delle caverne. Per buona sorte fra non tanti veri benpensanti se ne parla, uno di questi è un regista del cinema d'oggi...
RispondiEliminaTraggo un trafiletto sulla recensione di un film, "La stella che non c'è" di Gianni Amelio http://www.revisioncinema.com/ci_stella.htm. Si tratta di una speranza di un nuovo mondo che viene quasi bandita dai "ben pensanti" che invece non lo sono. La chiamano "Utopia" questa speranza, ma è una stella che pur si profila ad alcuni uomini.
«...Piccole anime innocenti che vivono un dolore causato dallo sfruttamento e dalla miseria culturale in tutti i Sud del mondo e anche in Cina, dove l’implacabile logica industriale delle "corporation" trasforma chiunque in forza-lavoro. Una sequenza ci ha colpiti ne La Stella che non c’è: un piccolo lavoratore (scopriremo più avanti il suo ruolo) che attraversa un ideale sipario fatto di fili di pasta appesi come fossero panni da asciugare. La sua è la stessa malinconia del neonato inquadrato in uno spot pubblicitario, entrambi vittime del medesimo, aberrante sistema di valori. Uguali echi ci restituisce il toccante monologo di Liu Hua, giovane madre che il figlio non ha mai conosciuto. E così Vincenzo diventa il testimone delle aspre contraddizioni di un universo straniero nel quale egli rintraccia le similitudini con lo stato delle cose nella sua Italia ammalata preda dello sviluppo senza progresso di cui parlava Pasolini.
Le sue lacrime, mentre attraversa in barca uno dei tanti fiumi dello sterminato "nuovo mondo", sono lo sfogo di un uomo smarrito che, nel suo vagare da Shanghai verso la Mongolia, sembra compiere un tragitto a vuoto, alla ricerca di una rigenerazione sempre più impossibile. Il presente si stempera nel passato, mentre il futuro sembra uguale, come è uguale il destino di tutti i paesi del mondo globalizzato.
Alla fine l’impresa dell’operaio Vincenzo appare riuscita: il pezzo mancante per la modifica dell’altoforno arriva a destinazione. Anche se poi finirà per essere buttato tra i rifiuti, poco importa. Le ragioni del plusvalore non intaccano le ultime illusioni del nostro protagonista, il suo disperato attaccamento alle restanti scorie dell’utopia. In questo film delicato e impressionante, Amelio trasforma Castellitto in un complice ideale: il risultato è davvero straordinario, prodigiosamente sospeso in un disincanto tra realtà e finzione. Non possiamo che rimanere rapiti dal ritmo avvolgente di questa esperienza di conoscenza regalataci da un cineasta che si ostina a credere, assieme al protagonista della sua storia, alla resistenza della qualità spirituale negli uomini, al loro endemico coraggio, ai piccoli miracoli della buona volontà, nonostante tutto.».
Un caro augurio di buona domenica a tutti, con il mio ringraziamento per il buon accoglimento del mio scritto,
Gaetano
grazie annarita per il commento.... certo che me gusta la trua proposta ... grazieeeee
RispondiEliminaAmici vi ringrazio tutti della partecipazione.
RispondiElimina@miccko: benvenuto! Ma che nick complicato hai...
@Gaetano: grazie ancora per aver suscitato questa discussione. Il link alla recensione dell'opera di Amelio è istruttivo.
L'Utopia è una speranza per un futuro migliore.
Un abbraccio.
annarita
@Bruno: bene. Ci sentiremo sulla questione:)
Cara Annarita, delicato ed incriticabile il video.
RispondiEliminaMa sono d' accordo con Gaspare il problema è complicato, e Gaetano lo ha ampliato.
Dobbiamo consumare per far sì che ci possano essere i lavoratori che a loro volta possano consumare. L' uomo ha creato il feed back, una specie di eterno ritorno economico, paradossalmente più noi consumiamo più possiamo dare ai paesi poveri....lasciando perdere di parlare dei profittatori, ma occupandoci dell' impresa "sana"perchè poi come sappiamo in tutte " le classi" c'è il profittatore.
Cosa, cosa si può fare......già nel 1945 qualcuno aveva dato una risposta non lontana da ciò che ha scritto Gaetano......ti aspetto da me Gaetano con un piccolo post fatto in risposta al tuo commento.
Cara Annarita, come ti capisco, i genitori......che tristezza si sbaglia credendo di fare bene, che tristezza......ma nel tuo caso mi fanno rabbia i genitori perchè tu VALI e non possono non accorgersene.
Ciao e un abbraccio veramente sincero a chi lavora per vocazione, a chi è responsabile, un abbraccio a TE.....GRAZIE.
Gaetano, è sempre interessante quello che scrivi... mi ricordo quando si riparavano i piatti, gli ombrelli, oggi si butta tutto non si ripara più nulla.
RispondiEliminaSi compra continuamente e si butta continuamente e i rifiuti aumentano sempre.
Un abbraccio a tutti e due
e buona settimana da Caserta.
Ciao Rosy, che piacere sentirti. Grazie!
RispondiEliminaHo colto un "bucaneve" da te...
Gaetano